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Sigarette elettroniche, Aams manda gli ispettori nelle aziende e nei depositi

Dagli Uffici centrali dell'Agenzia dei Monopoli non vengono però diffusi i dati: "Occorre - dicono - assoluta riservatezza per evitare che le operazioni non subiscano influenze che potrebbero determinarsi a causa di anticipazioni inopportune".

di Stefano Caliciuri

L’Agenzia dei Monopoli di Stato sta effettuando controlli a tappeto sulle aziende produttrici ed importatrici di liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Oggetto delle verifiche: i versamenti delle imposte dal 2014 al 2016 sui liquidi immessi sul mercato.
Dagli uffici di Aams fanno sapere che, essendo le verifiche ancora in corso, i dati in loro possesso devono sottostare “ad assoluta riservatezza“. Questo per “evitare che le operazioni non subiscano influenze che potrebbero determinarsi a causa di anticipazioni inopportune“.
Nei giorni scorsi la Direzione centrale dell’ufficio Gestione Accise ha spedito una circolare a tutti gli uffici territoriali per chiarire la normativa (e la tassa dovuta) anche alla luce dei vari ricorsi e sentenze ai Tribunali.
Nella fattispecie, gli importi da addebitare sui liquidi contenenti nicotina a carico delle aziende e dei depositi fiscale sono stati così descritti e calcolati:
Anno 2014: 58,5% del prezzo di vendita dei liquidi immessi in consumo;
Anno 2015: euro 0,333 il millilitro fino al 20 gennaio 2015 e, a decorrere dal 21/01/2015, euro 0,37344 il millilitro;
Anno 2016: dal 1° gennaio al 1° febbraio, euro 0,37344 il millilitro e, a decorrere dal 2/02/2016, euro 0,3850 per millilitro.
Molte aziende – dando seguito al parere dei loro legali ricorrenti – si sono allineate sul pagamento dell’accisa in maniera ridotta, basandosi sulla effettiva quantità di nicotina contenuta nel flacone. Aams contesta questa procedura e richiede il pagamento della tassa per intero.

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