© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
La comunità scientifica è divisa sui rischi connessi all’utilizzo dei riscaldatori di tabacco come strumento di riduzione del danno da fumo. Due le tesi sostenute: da un lato Umberto Tirelli, direttore Divisione di Oncologia medica presso il centro di riferimento oncologico di Aviano, dall’altro Roberto Boffi, responsabile del Centro danni da fumo dell’Istituto nazionale tumori di Milano.
I riscaldatori sono strumenti elettronici che consentono di produrre fumo derivante dal tabacco attraverso il riscaldamento molecolare di una vera sigaretta. Sul mercato italiano è presente soltanto la Iqos prodotta da Philip Morris. Seppure etimologicamente sia l’unica “sigaretta elettronica” propriamente detta – ovvero una vera sigaretta gestita da un circuito elettronico – nulla ha a che fare con i vaporizzatori personali, ovvero le ecig comunemente dette. Quello che viene prodotto, infatti, non è vapore ma vero e proprio fumo. Anche per questo la regolamentazione fiscale, normativa e commerciale è ancora al vaglio delle Agenzie governative. E’ un prodotto spurio che unisce la tecnologia elettronica con il tabacco.
La diatriba scientifica nasce proprio da questo fatto: i riscaldatori sono sigarette 2.0 o sono realmente strumenti di riduzione del danno equiparabili ai vaporizzatori?
Umberto Tirelli sostiene che tutti gli strumenti alternativi alla sigaretta tradizionale sono validi. Anzi, per alcuni fumatori sarebbe più idonea la Iqos: “Anche se sarebbe meglio non fumare niente, per un cinquantenne che fuma un pacchetto al giorno e che non riesce a smettere in nessun modo, come mi è capitato spesso di vedere nella mia esperienza, con una ecig o una Iqos sono sicuro che i danni per la sua salute possono essere ridotti di molto. Nei pazienti più difficili ho visto maggiore accettazione verso questo secondo dispositivo perché ha caratteristiche più simili alla sigaretta“.
Non la pensa così Roberto Boffi, che già da tempo sostiene la tossicità dei riscaldatori: “Abbiamo una pubblicazione con un grosso studio di confronto tra sigarette tradizionali, Iqos e sigarette elettroniche di vecchia generazione. Le Iqos sono dannose, anche se meno delle sigarette tradizionali, ma sicuramente più delle sigarette elettroniche di vecchia generazione, e poi contengono il tabacco che libera diverse sostanze tra cui aldeidi e formaldeide cancerogena. I vaporizzatori – conclude Boffi – rispetto all’Iqos, non contengono sostanze cancerogene“.