Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Anche il dripping finisce nel frullatore mediatico

Un giovane su quattro utilizza la sigaretta elettronica in dripping. Parte della comunità scientifica ritiene la pratica pericolosa ma senza spiegarne i motivi.

Secondo un nuovo studio, un adolescente statunitense su quattro che fa uso di sigarette elettroniche ha provato il “dripping”, la pratica che consiste nel far gocciolare il liquido di ricarica delle sigarette elettroniche direttamente sulla resistenza.
Per valutare la frequenza con cui i ragazzi hanno provato il dripping, i ricercatori hanno preso in esame un campione di 2.015 studenti in otto scuole superiori del Connecticut. Nel complesso, 1.080 ragazzi, circa il 15 per cento, ha dichiarato di aver provato le sigarette elettroniche e tra questi, circa il 26 per cento ha dichiarato di aver provato il dripping. Il più delle volte, i ragazzi lo hanno fatto per produrre nubi di vapore più dense; solo una minima parte ha dichiarato di utilizzare gli atom in drip per esaltare il gusto dell’aroma o per aumentare la percezione del colpo in gola.
Lo studio non ha esaminato quale aroma viene più frequentemente utilizzato per il dripping o quanta nicotina ci fosse nei liquidi. Secondo Maciej Goniewicz, ricercatore al Roswell Park Cancer Institute di Buffalo che non è stato coinvolto nello studio, ci sarebbe motivo di preoccupazione: “Anche se questo studio non riguarda gli effetti sulla salute, alcuni test di laboratorio hanno dimostrato che questa pratica aumenta il rischio di inalazione di alte dosi di nicotina e la possibilità di sprigionare sostanze tossiche in percentuale maggiore rispetto le sigarette elettroniche precaricate. L’utilizzo della sigaretta elettronica – ammette Goniewicz – è meno rischioso rispetto al fumo di sigarette tradizionali, ma il dripping non è una tecnica sicura e dovrebbe essere evitata”. Buona norma sarebbe spiegare le proprie affermazioni, soprattutto quando si è un medico. La tesi sostenuta da Goniewicz è alquanto buffa, non essendoci differenza tra svapare con un tank o in dripping, se non la frequenza con cui bisogna bagnare la resistenza. Già qualche anno fa lo stesso ricercatore americano aveva lanciato appelli affinché venissero fabbricate soltanto sigarette elettroniche con sistemi chiusi, senza consentire la ricarica personale. A distanza di qualche anno, pare proprio che dagli Stati Uniti stia ripartndo dunque il battage mediatico anti-dripping.

Articoli correlati