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Appello di scienziati, autorità e associazioni: “Il vaping salva la vita”

Le conclusioni al termine del secondo Sommet de la Vape svoltosi a Parigi: raccomandare l’uso della sigaretta elettronica ad un fumatore come mezzo per abbandonare il tabacco porta benefici sia per il singolo che per la società.

di Barbara Mennitti

Il vaping è uno strumento di riduzione del rischio del tabagismo. Questo è il punto su cui il secondo Sommet de la Vape ha raccolto il consenso unanime di tutti i partecipanti: dirigenti della salute pubblica, società scientifica, consumatori e professionisti del settore. E non è un risultato da poco, visto che a molte latitudini, e soprattutto all’interno delle istituzioni sanitarie, il concetto non è universalmente accettato. L’incontro fra i protagonisti del vaping organizzato all’insegna della partecipazione dall’associazione francese Sovape, si è tenuto come l’anno passato a Parigi e ha visto la prestigiosa presenza del professor Benoît Vallet , capo della Direction Générale de la Santé, l’omologo francese del nostro Istituto Superiore di Sanità.
Dunque, spiega il comunicato stampa rilasciato dagli organizzatori, tutti d’accordo che raccomandare l’uso della sigaretta elettronica ad un fumatore come mezzo per abbandonare il tabacco porti benefici sia per il singolo che per la società. Così come il consenso è stato unanime sul fatto che fumare e svapare contemporaneamente – il cosiddetto dual use – non sia un’abitudine da protrarre nel tempo: il vero obiettivo è quello di abbandonare completamente il tabacco.
Opinioni diverse, invece, sul vaping a lungo termine. I consumatori sostengono che svapare consente loro di stare lontano dal tabacco e, dunque, salva la vita; alcuni professionisti della salute, invece, credono che il rischio, benché molto inferiore a quello del fumo, non sia nullo e dunque raccomandano di smettere di svapare prima o poi. Tutti d’accordo, invece sui comportamenti che i vapers devono tenere nei luoghi pubblici e che devono conformarsi all’educazione e alla civiltà, alle regole del posto in cui si trovano e alla legge.
Preoccupazione desta anche la percezione pubblica “totalmente irrazionale” dei pericoli della sigaretta elettronica. Questa paura che va sotto il nome di “principio di precauzione” ha portato molti fumatori a continuare a fumare, mettendo a rischio la propria salute. “Per le autorità e i professionisti della salute – si legge nel documento – rispettare il principio di precauzione significa promuovere tutto quello che permette di uscire dal tabacco e dunque il vaping”. Tutti d’accordo anche sul fatto che la sigaretta non sia una porta d’ingresso verso il tabacco per gli adolescenti, ipotesi fra l’altro mai confortata da prove solide. Al contrario, spiega il comunicato “in Francia, Usa e Regno Unito il tabagismo fra i giovani diminuisce costantemente dal 2011”.
In vista dell’incontro, l’associazione Sovape, guidata dal tabaccologo Jacques Le Houezec  e dal professor Bertrand Dautzenberg, aveva diffuso un sondaggio online. I risultati indicano che l’84 per cento dei partecipanti chiede che le autorità sanitarie promuovano l’uso della sigaretta elettronica fra i fumatori, sostenendo che il vaping sia un prodotto concorrente del tabacco. Insomma, ancora una volta si chiede che sia riconosciuta la sostanziale differenza fra vapore e fumo.

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