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di Barbara Mennitti
Una notizia cattiva ed una buona per il settore del vaping americano. La prima è che il Congresso ha eliminato dalla versione finale dell’omnibus funding bill l’emendamento Cole-Bishop, nel quale erano riposte gran parte delle speranze di operatori e vapers. La proposta bipartisan chiedeva di spostare in avanti la data a partire dalla quale è necessario effettuare costose registrazioni dei prodotti del vaping, fissata dalla FDA al 15 febbraio 2007. Cambiare questa data avrebbe consentito la sopravvivenza di molte piccole e medie aziende del settore, che ora dovranno sperare in un altro miracolo.
La vittoria, se così si può definire, è da ascriversi al Partito democratico che infatti rivendica il successo nelle parole dei portavoce Nancy Pelosi e Patrick Lehay: “Abbiamo eliminato più di 160 pillole avvelenate dei repubblicani”. Fra queste, appunto, l’emendamento Cole-Bishop. Furioso è invece la reazione Gregory Conley, presidente della American Vaping Association: “È assolutamente vergognoso che i leader democratici abbiano impedito ad un emendamento che protegge il lavoro di diventare legge”. Conley promette ai democratici ripercussioni in occasione delle elezioni di mid-term del novembre 2018 e rilancia: “Dobbiamo raddoppiare gli sforzi, concentrandosi non solo sul Congresso, ma anche sull’esecutivo”. Insomma, se senatori e deputati sono sordi, bisogna puntare più in alto, al presidente Trump e al segretario per la salute Tom Price.
La buona notizia è una magra consolazione per quella cattiva. La Food and Drug Administration ha concesso ai produttori una proroga di tre mesi per la registrazione dei prodotti, che dunque non dovrà più avvenire entro il 30 giugno. La speranza del settore è che questi tre mesi siano sufficienti alla FDA per inaugurare “un nuovo corso” sul vaping, sotto la guida di Scott Gottlieb, la cui conferma è data per imminente.