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Camera dei Deputati, pubblicato registro dei lobbisti: nessuno del vaping

Presenti invece i rappresentanti delle quattro multinazionali del tabacco. Jti, Pmi e Imperial si affidano a personale interno; Bat a società di consulenza.

Dopo oltre due anni di discussione e tira-e-molla regolamentare, è finalmente on line l’elenco dei lobbisti accreditati per entrare alla Camera dei Deputati ed autorizzati a difendere gli interessi dei loro clienti. Un importante segnale di apertura e di trasparenza sulla scia di quanto da sempre accade già in seno all’Unione europea.
Scorrendo la lista alla ricerca dei lobbisti impegnati nella salvaguardia e nella tutela degli interessi del vaping e del tabacco, emergono soltanto quattro evidenze, tutte legate alle quattro maggiori multinazionali del tabacco.
Imperial Brand è autorizzata a parlare con gli esponenti istituzionali soltanto attraverso Marianna Buonomo e Valerio Forconi, quest’ultimo da poco promosso a responsabile degli interessi aziendali presso l’Unione europea con particolare riguardo verso la nuova tassazione e i prodotti di nuova generazione.
Philip Morris invece ha segnalato come referenti Nicola Barbato e Michele Samoggia Zerbetto. Pmi è l’unica azienda che ha evidenziato come l’attività dei suoi lobbisti sia volta alla tutela dei prodotti di nuova generazione e a rischio ridotto.
Veronica Pamio e Adriana Valle rappresentano invece gli interessi di Japan Tobacco, multinazionale che al momento ha interessi legati soltanto al tabacco perché i prodotti di nuova generazione non sono ancora distribuiti sul territorio italiano.
Una sezione a parte è riservata alle associazioni professionali e di settore. E’ qui che si trova la presenza di British American Tobacco che ha preferito appoggiarsi ad una società di consulenza lobbistica esterna. Si tratta di Reti Spa, società fondata da Claudio Velardi, che ha demandato alla Quick Top Srl l’accreditamento di Martina Colasante e Antonio Iannamorelli.
Desta stupore la completa assenza dei rappresentanti del fumo elettronico.

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