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Sigarette elettroniche, il Kansas fa dietrofront: tassa ridotta del 75%

Se in Europa il Lussemburgo alza l'asticella rendendo quasi impossibili operare nell'ambio del vaping, negli Stati Uniti qualcosa si sta muovendo facendo presupporre che il sentimento pubblico sta deviando la volontà politica.

di Teodoro Brandis

Se in Europa il Lussemburgo alza l’asticella rendendo quasi impossibili operare nell’ambio del vaping, negli Stati Uniti qualcosa si sta muovendo facendo presupporre che il sentimento pubblico sta deviando la volontà politica. Come abbiamo dato evidenza tempo fa, il Kansas è lo Stato americano con la tassa più alta di tutto il Paese. Per ogni millilitro di liquido di ricarica venduta, ben 20 centesimi sono destinati alle casse statali. Il parlamento sta ora discutendo – e a vedere i numeri dovrebbe anche essere facilmente approvato – un provvedimento che tende ad abbassare di circa il 75 per cento tale preliavo, portando cioé la tassa a soli 5 centesimi per ml. Un dietrofront che fa ben sperare, anche in considerazione del nuovo approccio avuto dall’amministrazione Trump in fase di nomina dei nuovi responsabili di sanità pubblica. Abbandonati i detrattori e gli estremisti, le nuove professionalità portate in prima linea sono invece professionisti aperti al dialogo e al confronto come il nuovo surgeon general Jerome Adams.
Nel Kansas fu la contea di Sedgwick, che ospita aule di tribunali, carceri, uffici fiscali e cliniche, oltre naturalmente molte sedi istituzionali, la prima istituzione ad andare controcorrente, consentendo l’utilizzo della sigaretta elettronica negli uffici pubblici. Sintetico ma diretto alla questione la spiegazione di Jim Howell, presidente della contea: “Dobbiamo puntare su questi prodotti. Non sono sigarette, non è tabacco, è semplicemente vapore acqueo“.
Per una buffa coincidenza, in Kansas scorre lo Smoky Hill che nasce nell’omonimo colle, letteralmente Collina Fumosa.

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