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Sigarette elettroniche, professor Beatrice: La politica sta sbagliando

"Queste misure allontanano i fumatori che hanno difficoltà a smettere da una soluzione per loro più ricevibile, che è rappresentata dalla riduzione del rischio".

Non rimane in silenzio il professore Fabio Beatrice, otorinolaringoiatra e direttore del Centro antifumo dell’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, di fronte alla mannaia statalista che si è abbattuta sul settore del vaping. “Le ultime notizie comparse in tema legislativo sul controllo del fumo elettronico – ha dichiarato telefonicamente a Sigmagazine – suscitano stupore e perplessità, poiché non intervengono sul mondo reale dei tabagisti. Infatti smettere di fumare è una cosa molto difficile e nei centri antifumo perviene lo 0,1% dei fumatori. Queste misure allontanano i fumatori che hanno difficoltà a smettere da una soluzione per loro più ricevibile, che è rappresentata dalla riduzione del rischio.
Peraltro questa posizione si sviluppa in maniera opposta rispetto a quella di altri Paesi quali la Gran Bretagna, nella quale con una visione molto pragmatica vengono invece proposte ai fumatori da subito politiche di riduzione del rischio che consentono di intervenire con immediatezza su ampie fasce di fumatori. Resta infine da riflettere – conclude Beatrice – sul fatto che uno stile di vita o un trattamento medico o chirurgico non può essere imposto“.
Insomma Fabio Beatrice, un medico che quotidianamente si confronta con i danni devastanti prodotti dal fumo, è sconcertato da uno Stato che, con la scusa della salute, si arroga il controllo dell’iniziativa privata e penalizza uno strumento che è invece una chance di cambiamento per chi è caduto nella trappola del tabacco.

 

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