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Sono le ore più calde per il fumo elettronico. Tra pesi e contrappesi politici, confronti e compromessi, l’annunciato emendamento Rotta-Boccadutri è stato scorporato in due differenti emendamenti. Il primo, come evidenziato da questo giornale, propone di dimezzare la tassazione attuale e riformulare la rateizzazione fiscale delle aziende sul pregresso debitorio; il secondo, firmato solo Rotta, inserito nell’elenco poco fa all’interno del terzo tomo, chiede invece di cancellare articolo 19-quinquies dal decreto fiscale già approvato in sede parlamentare. Secondo quanto suggerito dagli uffici legislativi della camera e del Pd, se fosse stato compreso in un unico emendamento non avrebbe trovato la copertura finanziaria sui 9,5 milioni di euro inseriti da Vicari. Anche un emendamento dell’onorevole Galgano va nella direzione di abrogare il cosiddetto emendamento Vicari. Così facendo invece, nel testo dell’emendamento si darebbe seguito anche alla copertura finanziaria con la dicitura esatta riferita soltanto al mancato assoggettamento dei negozi al Monopolio di Stato. La situazione è tutta in divenire ed è altresì complicata. La questione del vaping appare trasversale ai vari schieramenti. Non ha una etichetta ben precisa e quindi bisogna affidarsi alle volontà o alle convinzioni politiche dei singoli parlamentari.
Questo il breve testo dell’emendamento di abrogazione del Vicari:
Dopo il comma 623, inserire i seguenti:
623-bis. L’articolo 19-quinquies del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2017, h. 172, è abrogato.
623-ter. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 623-bis pari a 9,5 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2018, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.