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Regno Unito, il Cancer Research prende le distanze da studio su Dna

L'istituto anticancro del Regno Unito prende le distanze dallo studio americano: "Non hanno esaminato come il vaping agisce sulle persone e non lo hanno paragonato direttamente al fumo".

Anche Cancer Research UK, l’istituto anticancro del Regno Unito, entra nella polemica suscitata dallo studio della New York University pubblicato sulla rivista PNAS. L’ente, che da molto tempo supporta la sigaretta elettronica, è preoccupato che la risonanza avuta sui media dallo studio possa creare confusione e dedica alla questione un articolo sul suo sito. “Le sigarette elettroniche possono causare il cancro”, hanno titolato più o meno tutti i giornali del mondo con la variabile di aggiungere o meno il dubitativo. Gran parte di quelli italiani, per la cronaca, non si sono scomodati a farlo e hanno dato la notizia per scontata. Ma è davvero così? “Lo studio che è alla base di questi articoli – scrive CRUK – non dimostra questo”.
I ricercatori, spiegano gli esperti britannici, hanno esaminato come il vapore con nicotina di sigaretta elettronica agisce sul DNA dei topi da laboratorio e su cellule umane in coltura: “Non hanno esaminato come agisce sulle persone e non lo hanno paragonato direttamente al fumo”. Lo studio, secondo CRUK, mostra che il vapore di ecig aumenta il livello di danno al DNA nei polmoni, la vescica e il cuore dei topi. In particolare che l’apparato molecolare dei topi esposti al vapore diventava meno efficiente nel riparare i danni al DNA. La stessa minore capacità di riparazione è stata osservata sulle colture di cellule umane di polmone e di vescica esposte al vapore con nicotina (che, sottolinea l’articolo “nelle sigarette elettroniche è presente in quantità molto inferiore rispetto a quelle di tabacco”). Queste cellule in coltura diventavano quindi più suscettibili di sviluppare ulteriori errori genetici che possono dare proprietà come quelle delle cellule tumorali.
Ma, secondo gli esperti di Cancer Research UK, non è possibile concludere, come fanno gli autori della ricerca, che “il fumo (sic, ndr) di sigaretta elettronica può contribuire al cancro ai polmoni e alla vescica, oltre a malattie cardiache, negli esseri umani”. “Lo studio – scrive CRUK – non esamina gli esseri umani e quindi non dimostra alcun effetto sulla loro salute”. L’articolo evidenzia come i diversi device somministrino il vapore e la nicotina in maniera diversa e come l’utilizzo che se ne fa possa variare da persona a persona. Dunque i livelli di vapore e nicotina potrebbero non corrispondere a quelli a cui sono esposti gli utilizzatori. Inoltre esistono studi che non dimostrano che vi sia un legame fra la nicotina e il cancro. Ma la cosa più importante, secondo gli studiosi britannici, è che “lo studio non mette a confronto il vaping e il fumo di tabacco”.
L’istituto per la ricerca contro il cancro ribadisce che ad oggi “l’evidenza scientifica dimostra che le sigarette elettroniche sono molto meno dannose del fumo”. Ribadisce che la loro popolarità è in costante crescita e che sono utilizzate principalmente da ex fumatori per smettere di fumare o diminuire il numero di sigarette. “Studi come questo – spiegano – sono importanti, ma costituiscono un piccolo pezzo di un puzzle e vanno considerati insieme ad altri studi e ai danni che il fumo ha fatto per decenni”. Insomma Cancer Research UK continua a puntare sull’ecig per combattere la principale causa di morti evitabili nel mondo: il fumo.

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