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Sigarette elettroniche, ricerca americana tra certezze e pregiudizi

La National Academies of Science diffonde il report richiesto dall'Fda con cui mette in relazione oltre 800 ricerche pubblicate negli anni. L'ecig riduce il danno e fa smettere di fumare ma c'è ancora il timore che spinga i giovani verso il tabacco.

È un rapporto destinato a fare rumore quello pubblicato martedì scorso dall’americana National Academies of Science, Engineering and Medicine e dedicato alla sigaretta elettronica. Lo studio è stato commissionato dal Center for Tobacco Products della Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, allo scopo di fare il punto sulle conoscenze scientifiche sul vaping. Un panel di esperti ha dunque esaminato oltre ottocento studi scientifici sulla materia e ha raccolto le sue conclusioni in un documento di seicento pagine. Il report giunge a una valutazione dello strumento ambivalente, perché se da una parte conferma che l’ecig è utile per aiutare i fumatori adulti a smettere, dall’altra sottolinea come essa possa essere una porta d’ingresso verso il tabacco per i giovani. Insomma, torna su quel cosiddetto effetto passerella (o gateway effect) che ormai da anni divide la comunità scientifica che si occupa di vapore. “Le prove suggeriscono che, sebbene non del tutto innocue per la salute, le sigarette elettroniche sono probabilmente molto meno dannose di quelle convenzionali – si legge nel comunicato stampa di presentazione del rapporto – Contengono meno sostanze tossiche e a livelli minori rispetto alle sigarette convenzionali e il loro utilizzo può aiutare i fumatori adulti a smettere”.
Tuttavia – continua il comunicato – gli effetti sulla salute del loro utilizzo nel lungo periodo non sono ancora chiari. E c’è una evidenza sostanziale che l’utilizzo dell’ecig da parte dei giovani aumenti il rischio di transizione verso il fumo di sigarette convenzionali”. Per capire cosa si intenda quando si parla di “evidenza sostanziale”, bisogna ricorrere alla leggenda che accompagna lo studio. Sono così classificate quelle tesi supportate da “diversi studi osservazionali o sperimentazioni controllate di buona qualità e con scarsi o poco credibili risultati contrari”. Non è il livello più alto, perché lo studio contiene anche delle “evidenze definitive”. Così sono contrassegnate quelle tesi sostenute da molti studi controllati (comprese sperimentazioni controllate randomizzate e non) e con nessuno studio credibile che provi il contrario. Scorrendo le pagine del rapporto si scopre subito che le “evidenze definitive” sono molto poche e riguardano principalmente il fatto che l’assunzione e gli effetti della nicotina variano a seconda del tipo di ecig che si utilizza e dell’uso che se ne fa.
Una però c’è e si trova nella sezione dedicata alla riduzione del rischio: “C’è evidenza definitiva che sostituire completamente il tabacco combusto con la sigaretta elettronica riduce l’esposizione dell’utilizzatore a numerose sostanze tossiche e cancerogene presenti nelle sigarette di tabacco convenzionali”. In sostanza, però, lo studio rimane a uno stadio interlocutorio, fra evidenze sostanziali, moderate, limitate, insufficienti o addirittura non disponibili. Per questo il report si conclude sottolineando la necessità di ulteriori studi e rimandando al legislatore il compito di massimizzare il potenziale positivo della sigaretta elettronica, minimizzandone quello negativo. Staremo a vedere come la politica americana tradurrà questa esortazione in legge. Il report completo è consultabile sul sito della National Academies.

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