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Sigarette elettroniche, Federazione unitaria: le associazioni dicono Nì

L'incontro tra negozianti e aziende di produzione e distribuzione ha disegnato un quadro puntuale delle posizioni politico-associative: Anide, Anafe sostanzialmente contrari alla nascita di una federazione; favorevoli invece UniEcig, Coiv e il gruppo legato a Fisel.

Otto ore di discussione, a tratti anche intensa, sono servite per delineare il posizionamento di ogni singola associazione del vaping all’interno del panorama politico-istituzionale. Presso il Meeting Center di Roma, UniEcig ha chiamato a confronto le associazioni dei negozianti specializzati in sigarette elettroniche e le aziende di produzione e distribuzione. All’ordine del giorno: ipotesi di resistenza – o linee condivise – all’imposizione fiscale e prospettive di collaborazione o fusione o federazione tra tutte le sigle associative.
Le aziende partecipanti hanno ragionato su come affrontare nel breve periodo l’emergenza e tutte hanno sostenuto che non occorre più cercare e adottare escamotage volti a tamponare la contingenza. Occorre invece aggredire il legislatore con proposte e ipotesi di confronto coordinate. Se tutti si sono trovati d’accordo ad applicare l’imposta piena sui flaconi da 10 millilitri, perplessità sono state dimostrate nei confronti di due soluzioni alternative: i liquidi scomposti e la soluzione di acqua e nicotina. Il dibattito, per la verità, è stato animato proprio da un serrato confronto su questi due temi. In conclusione non è emersa una linea comune ma ha prevalso la libertà di scelta e di iniziativa imprenditoriale: ogni produttore è libero di immettere sul mercato ciò che reputa opportuno nel rispetto delle norme di sicurezza, mentre ogni negoziante è libero di scegliere cosa vendere. Sarà comunque il decreto Aams a stabilire se e come i due prodotti potranno essere venduti: mentre per i liquidi scomposti la controversia si è limitata all’applicazione dell’imposta di consumo, per le soluzioni di acqua e nicotina il dibattito ha dimostrato che alcuni rivenditori nutrono qualche perplessità a causa dell’alta concentrazione nicotinica.
Nella seconda parte della giornata si è invece affrontato il tema delle strutture organizzative di settore: federazione unica, associazioni plurime, delegazione unitaria? Non si è trovato un comune punto d’incontro, anche se alcune associazioni si sono dimostrate aperte a soluzioni unitarie.
Antonella Panuzzo, presidente di UniEcig, associazione promotrice della giornata di confronto, ha ipotizzato una rappresentanza federale a garanzia delle differenti realtà e strutture associative. In sintesi, un contenitore unico che possa essere rappresentato da un singolo soggetto, portavoce delle istanze comuni. Per quanto riguarda le criticità di ogni singolo anello della filiera, sarà cura delle associazioni interessate dare dignità di rappresentanza ad un unico soggetto.
Elisabetta Robotti (Anide) ha chiuso ogni possibilità di fusione, proponendo di aprire un confronto iniziale e propositivo aperto ai presidenti delle cinque associazioni di produttori e negozianti: Anafe, UniEcig, Eim, Coiv, oltre la stessa Anide.
Aldo Mastandrea ha presentato il progetto politico legato alla sigla Eim. Tra i punti in evidenza: contributo annuale di 2mila euro da versare allo Stato per i negozianti che vogliono vendere ecig; imposta flat di 50 centesimi sui liquidi notificati a norma Tpd; obbligo di apertura di partita Iva italiana e controlli serrati verso le aziende estere che vogliono affacciarsi sul mercato italiano; chiusura del contenzioso Stato-aziende sul pregresso attraverso rimodulazione del dovuto; tracciabilita dei prodotti attraverso codice univoco.
Umberto Roccatti (Anafe) ha chiuso sul nascere l’ipotesi di fusione delle associazioni esistenti, sottolineando che non nessuno avrà mai la delega di rappresentanza in bianco. Ha però proposto di porre l’associazione confindustriale come collettore di altre rappresentanze. In sostanza: no alla federazione, sì all’allargamento di Anafe.
Massimiliano Federici ha anticipato che è stata avviata la costituzione formale di Coiv, sigla che cura gli interessi dei piccoli e medi produttori e distributori. Ha altresì programma a medio a lungo termine, senza lavorare esclusivamente nell’emergenza. In sintesi, creare creare una linea d’azione pluriennale.
Vincenzo Sparacino, ideatore del progetto legato al gruppo Fisel, si è detto disponibile ad ogni soluzione che possa portare unità, allargamento e condivisione. Il progetto prevede il diritto di rappresentanza anche ai consumatori. Intanto, dopo l’uscita da Anafe, Sparacino ha espresso l’intenzione di aderire formalmente a Coiv. Anche Anpvu, associazione dei consumatori, ha espresso la volontà di unirsi in una federazione.
La maggioranza degli intervenuti ha evidenziato la necessità di organizzare una struttura che possa occuparsi in maniera professionale e incisiva di lobbying, comunicazione e tutela legale.

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