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La sigaretta elettronica è il principale strumento di riduzione del danno

Lo conferma uno studio condotto dalla School of Health Science della neozelandese Massey University e finanziato dal Ministero della salute e dall’Health Reseach Council.

È smettere di fumare la ragione che spinge le persone a svapare. Lo conferma uno studio condotto dalla School of Health Science della neozelandese Massey University e finanziato dal Ministero della salute e dall’Health Reseach Council. La Nuova Zelanda ha recentemente scelto di seguire l’esempio del Regno Unito, avvalendosi della sigaretta elettronica per raggiungere l’obiettivo di portare la percentuale dei fumatori almeno al 5% entro il 2025. Ed è dell’ottobre scorso una netta presa di posizione in favore del vaping da parte del Ministero della Salute, che dichiarava di impegnarsi “sulla riduzione del danno, allo scopo di aiutare i fumatori a passare a prodotti significativamente meno dannosi, come le sigarette elettroniche” . Ed è in quest’ottica che dal 2018 nel Paese oceaniano si prevede di legalizzare la vendita di liquidi con nicotina, che erano comunque già presenti e tollerati nella maggior parte dei negozi specializzati.
Lo studio guidato dalla dottoressa Penny Truman e pubblicato sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, si basa su dati raccolti nel corso del 2016 ed infatti i partecipanti lamentavano come problema principale quello dell’accesso alla nicotina. Questo perché, sottolinea Truman: “Il motivo principale per provare la sigaretta elettronica era abbandonare o ridurre il fumo”. La ricerca studia anche i modelli comportamentali dei vaper: alcuni  abbandonano repentinamente la sigaretta convenzionale per l’elettronica, mentre altri hanno un periodo di transizione più lungo. Molti dei partecipanti allo studio avevano cambiato più volte il device nel corso della loro esperienza e altrettanti, dopo il primo periodo, abbandonavano i liquidi tabaccosi per sperimentare con gusti diversi, fino a scegliere una selezione di gusti che poi continuavano ad usare con regolarità.
I dati di Truman confermano anche che l’ecigarette dà meno dipendenza della sigaretta convenzionale: la mattina i partecipanti aspettavano più a lungo prima di iniziare a svapare e riducevano gradualmente la concentrazione di nicotina nei liquidi vaporizzati. Alcuni erano addirittura arrivati a svapare senza nicotina. Per tutto questo la professoressa Marewa Glover, una dei ricercatori che ha portato avanti lo studio, ritiene che la legalizzazione della vendita di liquidi nicotinizzati consentirà ad un numero sempre maggiore di fumatori passare al vaping. E per restare sull’attualità, la professoressa punta il dito anche sull’errata informazione sulla sigaretta elettronica: “Bisogna porvi un freno, perché spinge le persone a continuare a fumare. Il contrario di quello che vogliamo, se davvero ci interessa raggiungere l’obiettivo zero-fumatori entro il 2025”.

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