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L’OMS emargina le associazioni del vaping: “Promuovono tabacco”

Anche Anafe Confindustria compare nella lista dei soggetti con cui l'Organizzazione mondiale della sanità non ha e non vuole avere rapporti.

Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità il settore della sigaretta elettronica non è diverso da quello del tabacco e le sue organizzazioni di categoria o di interesse “lavorano per promuovere gli interessi del tabacco”. Un paradosso difficile da accettare per un mondo che è nato e ha la sua ragione di esistere proprio per i fumatori che decidono di smettere, eppure è quanto emerge dalla recente consultazione telematica lanciata dall’Oms fra il 10 e il 16 maggio sulle malattie croniche non trasmissibili e i fattori di rischio, fra le quali rientrano quelle fumo-correlate. A fronte del suo report in bozza preliminare redatto il 1 maggio, l’Independent Hihg-level Commission dell’organizzazione chiedeva di esprimere un parere a “Stati membri, organizzazioni dell’Onu, Ong, soggetti del settore privato, fondazioni benefiche e istituti accademici”.
Accade però che i contributi di tutti i rappresentanti del settore del vapore siano accorpati sotto la voce “Feedback ricevuto da soggetti con cui l’Oms non ha rapporti. In base al Framework of Engagement with Non -State Actors (che regola i rapporti con i soggetti non statali, ndr), l’Oms non ha rapporti con l’industria del tabacco o soggetti non statali che lavorano per promuovere gli interessi dell’industria del tabacco”. In questo raggruppamento di indesiderati si trovano, fra gli altri, UK Nicotine Alliance, la Czech Vaping Association, la spagnola Union de Promotores y Emprseario del Vapeo, l’olandese Elektronische Sigaretten Bond Nederlands e l’italiana Anafe Confindustria, l’associazione nazionale che raccoglie produttori e altri attori del fumo elettronico. Tutti rei, secondo l’Oms, di promuovere gli interessi dell’industria del tabacco, anche se sono direttamente in conflitto con i loro.
E cosa scrive di così terribile Anafe nel suo contributo firmato dal presidente Umberto Roccatti? Richiamando i risultati ottenuti dal Regno Unito in termini di diminuzione dei tassi di fumatori, Anafe chiede in sostanza di valutare un nuovo approccio alla guerra al tabagismo, abbracciando gli strumenti di riduzione del danno. “Anafe Confindustria – scrive Roccatti – crede che le sigarette elettroniche possano giocare un ruolo significativo nelle politiche internazionali tese a contrastare e prevenire le malattie croniche non trasmissibili. Da una parte, grazie alle caratteristiche tecnologiche e scientifiche che le distinguono dai prodotti da fumo tradizionali; dall’altra, perché le sigarette elettroniche scoraggiano il consumo di tabacco tradizionale, riducendo così i gravi effetti collaterali che questi prodotti hanno sulla salute dei consumatori”. Non esattamente un peana dei prodotti del tabacco, ma tant’è. Per l’Oms il male e una sua possibile cura pari sono.

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