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Il Regno Unito è il Paese migliore nei confronti del vaping, mentre il peggiore è la Thailandia. È il risultato, per la verità poco sorprendente, venuto fuori da una consultazione tenuta a margine dell’ultimo Global Forum on Nicotine 2018. A valutare l’interesse dimostrato dai vari Stati verso la sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da fumo, sono stati i rappresentanti delle 36 associazioni di consumatori aderenti alla rete internazionale INNCO. Ciascuno poteva votare cinque Paesi migliori e cinque peggiori nella loro politica verso l’ecigarette.
La posizione intransigente del governo tailandese, che ha portato addirittura all’arresto di turisti come di locali per il semplice possesso di una sigaretta elettronica, è valsa al Paese asiatico 33 voti negativi la meritata ultima posizione nella classifica. Lo segue con una certa distanza – 18 voti – l’Australia che tuttora non pare intenzionata a legalizzare la vendita di liquidi con nicotina. Subito dopo, con 16 voti, c’è l’India, seguita da Giappone e Turchia, rispettivamente con 11 e 10 voti. Nella classifica dei peggiori compare anche l’Italia, unico Paese europeo, con 6 voti, che strappa un non invidiabile pari merito con Corea del Nord, Indonesia, Emirati Arabi Uniti e Tunisia.
Fra i virtuosi, invece, dopo il Regno Unito con i suoi 32 voti, troviamo altri due Stati dell’Ue, la Germania e la Francia, 25 e 23 voti. Seguono gli Stati Uniti, 12 voti, e poi la Svizzera (9), il Belgio (7) e la Spagna (6). Sempre fra i migliori troviamo con 5 voti la Russia e l’Olanda, mentre chiude l’elenco la Polonia – luogo ospitante del Global Forum – che ha raccolto 3 voti.
E se sulle posizioni di capo e coda della classifica i commenti sono superflui, qualche parola da spendere sulla posizione dell’Italia c’è. Certo, si tratta di voti basati sulla percezione delle politiche, ma comunque espressi da una platea altamente qualificata, come quella dei rappresentanti delle associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche. Trovare il nostro Paese lontanissimo da tutti i suoi omologhi europei e in compagnia di Stati che hanno adottato politiche draconiane e proibizioniste, non è certo qualcosa di cui andare fieri.
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