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Sigaretta elettronica, anche Hong Kong si allinea al proibizionismo

Il Dipartimento della salute della Regione amministrativa speciale cinese presenta un documento per proporre limitazioni e tasse sul vaping.

In un continente asiatico dove all’emergenza tabagismo si risponde con politiche proibizionistiche sulla sigaretta elettronica, Honk Kong rappresentava una piccola isola felice. Il Dipartimento censo e statistiche registrava in aumento il numero dei cittadini che abbandonavano il fumo per il vaping. Ma adesso sembra che la Regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese voglia discostarsi sempre di più dal suo retaggio britannico, per uniformarsi agli altri Paesi asiatici.
È di ieri, infatti, la pubblicazione di un documento del Dipartimento della salute che in sostanza raccomanda di trattare le sigarette elettroniche come i tradizionali prodotti del tabacco. La proposta legislativa sarà discussa il 19 giugno prossimo e precede il divieto di vendita ai minori, il divieto di promozione e pubblicità, l’introduzione degli avvisi di pericolo sul packaging, il divieto di utilizzo nei luoghi in cui vige è proibito fumare e una tassazione sui prodotti. Queste misure si applicherebbero non solo alle sigarette elettroniche, ma anche ai riscaldatori di tabacco.
A giustificazione di queste misure, il dipartimento richiama le posizioni espresse dall’Oms che mette in guardia sul cosiddetto effetto gateway, cioè sul fatto che il vaping possa introdurre al fumo. “Il design di questi prodotti – si legge nel documento – che stimola le caratteristiche comportamentali e sensoriali del fumo di sigarette convenzionali, potrebbe abituare al gesto di fumare i giovani, che alla fine potrebbero passare alle sigarette convenzionali”. I condizionali sono d’obbligo, visto che si tratta di teorie che non hanno mai trovato riscontro in dati reali.
Il documento del Dipartimento salute di Hong Kong richiama anche le conclusione della settima Conferenza delle parti sul tabacco dell’Organizzazione mondiale della sanità, tenutasi in India nel novembre del 2016, che “proponeva ai Paesi membri di applicare misure normative che proibissero o limitassero la produzione, l’importazione, la distribuzione, la presentazione, la vendita e l’uso delle sigarette elettroniche”. Vedremo la settimana prossima se Hong Kong deciderà di allinearsi alla maggior parte dei Paesi del continente asiatico.

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