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Vapore e fumo passivo a confronto: due nuove ricerche premiano la sigaretta elettronica

Mentre le particelle contenute nel fumo di sigaretta sono stabili e rimangono più a lungo nell'ambiente, quelle prodotte dall'ecig evaporano in pochi secondi.

Due studi pubblicati a distanza di pochi giorni si occupano della differenza fra fumo e vapore passivo, cioè degli effetti delle esalazioni della sigaretta convenzionale e di quella elettronica non su chi le utilizza, ma su terzi. La prima è una ricerca tutta italiana condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università del Molise, dell’Università della Tuscia, dell’Università di Cassino e del Lazio meridionale e dell’Università Partenope. Il team di ricerca, guidato dal professor Pasquale Avino, ha misurato i livelli di esposizione in termini di particolato (PM10) e particolato carbonioso in un micro-ambiente chiuso e ventilato naturalmente – come una abitazione – mentre si fumava o si svapava. Secondo i risultati, il particolato emesso dai fumatori è di 5 volte più alto rispetto ai vaper, mentre la dose ricevuta dai fumatori passivi è addirittura di 15 volte superiore rispetto a che si trova nelle vicinanze di chi utilizza la sigaretta elettronica.
Il secondo studio, invece, è stato realizzato da un gruppo di ricercatori lituani, svizzeri, olandesi e francesi e ha valutato la differenza della dispersione nello spazio e nel tempo del vapore di ecig e del fumo di sigaretta. Il risultato della ricerca, intitolata “Characterisation of the spatial and temporal dipersion differences between enhaled e-cigarette mist and cigarette smoke”, è ancora una volta una buona notizia per i vaper. I ricercatori hanno misurato la concentrazione di particelle e la loro dimensione in un ambiente chiuso e hanno scoperto, che sebbene dopo ogni tiro la concentrazione fosse della stessa magnitudine per entrambi i prodotti (ecig e sigaretta di tabacco), questa ritornava ai valori precedenti nel giro di secondi nel caso della sigaretta elettronica. Per quella convenzionale, invece, la concentrazione aumentava ad ogni tiro e tornava ai livelli di base solo dopo 30-45 minuti. Questo accade, spiega lo studio, perché le particelle presenti nell’aerosol dell’ecig sono liquide ed evaporano rapidamente; quelle presenti nel fumo sono, invece, molto più stabili e dunque rimangono e la loro eliminazione dipende molto dalla ventilazione dell’ambiente. Una differenza, conclude la ricerca, significativa.

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