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Un miliardo di euro. A tanto ammonta l’ammanco nelle casse erariale dovuto al contrabbando di sigarette. La dice uno studio realizzato con il contributo di British American Tobacco Italia e curato da Andrea Di Nicola e Giuseppe Espa di ‘Intellegit’, la start-up sulla sicurezza dell’Università di Trento. “Dal report – scirve l’Ansa – emerge come al di là della stima annuale del consumo di sigarette illegali in Italia, che si attesta su percentuali del 5-6% di sigarette illecite sul totale in commercio e, dunque, lontano dai picchi registrati nei decenni scorsi e negli altri Paesi europei, quello del contrabbando ormai, è un tema di urgente attualità geopolitica“. L’Italia è, infatti, “interessata dal fenomeno sia come mercato di destinazione finale sia come area di transito“. Tra gli effetti non graditi del contrabbando di sigarette c’è anche un buco fiscale significativo. Il fenomeno “ogni anno causa mancati introiti erariali per le casse dello Stato di circa 1 miliardo di euro“.
Basterebbe uno sforzo minimo da parte dello Stato: recuperare parte di questo sommerso potrebbe servire ad avere un introito adeguato che andrebbe a coprire l’imposta di consumo sulla sigaretta elettronica. Reinvestendo la rimanente parte in politiche di prevenzione sanitario. Si darebbe vita ad un circolo virtuoso che proietterebbe nuovamente l’Italia tra i Paesi virtuosi in materia di lotta al tabagismo.