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Il vaping come il tabacco? La misconoscenza affonda le radici a Bruxelles

Anne Bucher, direttore generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea, nel corso della conferenza stampa a margine dei lavori del Cop8 di Ginevra ha risposto alle domande dei giornalisti senza lasciare spazio a interpretazioni: l'Unione europea continuerà nella sua assurda scelta di considerare il vapore alla stregua del fumo di tabacco.

I prodotti del vaping sono prodotti del tabacco. Anche quelli che non contengono tabacco. C’è una Direttiva specifica che li regolamenta e l’Unione europea non intende rivedere le norme“.
Anne Bucher, direttore generale Salute e sicurezza alimentare della Commissione europea, nel corso della conferenza stampa a margine dei lavori del Cop8 di Ginevra ha risposto alle domande dei giornalisti senza lasciare spazio a interpretazioni. L’Unione europea continuerà nella sua assurda scelta di paragonare il fumo al vapore. Insomma, manterrà l’assoggettamento del vaping al tabacco. Pur specificando che non tutti i prodotti del vaping contengono tabacco, la voce della Dg Sanità dell’Ue rimane ferma nelle sue posizioni iniziali: il vaping è da considerarsi un prodotto del tabacco.
Eppure laddove non arriva la conoscenza dovrebbe intervenire il buonsenso. Come si fa a non voler capire che una sostanza liquida non può essere considerata alla stregua di un prodotto solido. Sembra quasi tornare indietro nel tempo e sedersi alle elementari, quando la maestra insegnava che non si possono mischiare i metri con i litri. Eppure l’Unione europea è riuscita in questa esorbitante impresa. E il governo italiano, non potendo o non volendo metter sul piatto quelche sua iniziativa, o forse per comodità di allineamento, ha aggiunto il carico da novanta: ha addirittura quantificato che un litro di glicerina miscelata ad aromi naturali equivale a circa diecimila sigarette. Diecimila! Cinquecento pacchetti! Per lo Stato italiano – e di rimando per l’Unione europea – tra glicerina e tabacco non c’è alcuna differenza.
Basterebbe il buonsenso, non occorre essere “scienziati studiati” per capirlo. Eppure una volta che la macchina burocratica e politica è stata avviata, pare quasi impossibile da fermare. Qui non si contesta la possibilità o meno di introdurre una imposta o di regolamentare l’utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi chiusi o vietarne l’acquisto da parte dei minori. Questi sono aspetti politici che devono essere discussi e che la maggioranza può far propri. Qui si contesta l’origine di tutto, la misconoscenza di un qualcosa che si è affermato dal basso, tra i consumatori. La politica e la medicina hanno dovuto prenderne atto soltanto a cose fatte. Ma non hanno mollato l’osso, anzi si sono avventati sopra con la bava e le zanne al vento. I danni, purtroppo, sono stati fatti. Adesso occorre lucidità e onestà intellettuale. capire quando è necessario fare un passo  indietro non è mai sintomo di debolezza.

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