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L’Australia continua a non essere un Paese per vapers. Secondo un lancio di agenzia, infatti, il Parlamento dell’Australia Meridionale, con capitale Adelaide, ha appena licenziato la legge più dura in materia dell’intera federazione, vietando le vendite online che sono l’unico canale di approvvigionamento per molti vaper o per i fumatori che intendono smettere grazie alla sigaretta elettronica. Questo perché nell’intero Paese rimangono vietati i liquidi contenenti nicotina e dunque non resta che acquistarli online dall’estero, soprattutto dalla vicina Nuova Zelanda. Le sigarette di tabacco, invece, rimangono in vendita come sempre. Si perpetua, quindi, il paradosso australiano, che vede il prodotto più dannoso disponibile e quello che riduce il danno vietato.
Il forte attivismo di parlamentari favorevoli alla riduzione del danno, di associazioni come Athra (Australian Tobacco Harm Reduction) e di medici come Alex Wodak e Colin Mendehlson, aveva fatto sperare in un corso diverso, più allineato a Paesi come il Regno Unito, il Canada, la Nuova Zelanda o gli Stati Uniti. Anche e soprattutto perché dopo anni di calo costante, i fumatori nel Paese hanno smesso di diminuire e, anzi in alcune aree (come il Nuovo Galles del Sud) il consumo di sigarette è tornato a crescere. Dato che avrebbe dovuto suggerire come le strategie delle istituzioni di sanità pubblica per convincere i fumatori a smettere non stiano più funzionando e che forse sarebbe il momento di dare una chance alla riduzione del danno e ai prodotti del vaping. Ma i parlamentari dell’Australia Meridionale, evidentemente, non la vedono così.