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“In legge di bilancio rimetteremo mano alla tassazione sulle sigarette elettroniche. L’ipotesi è di mantenerla tra il 5 e il 10 per cento rispetto all’importo dell’imposta sul tabacco. Molto probabilmente sarà il 5 per cento“. Trasformata in soldoni, significa che dal 1 gennaio, se tutto andrà per il meglio, i liquidi di ricarica per le sigarette elettroniche saranno sottoposti ad una imposta di 0,39 euro ogni 10 millilitri, ovvero 39 euro per litro. Dieci volte più bassa di quella attuale. Lo ha anticipato l’onorevole Silvana Comaroli (Lega), componente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, durante un intervento su Radio Sparlamento. Un’imposta che ridurrebbe drasticamente la pressione fiscale mantenendola ad un livello minimale. E contribuirebbe a ridare slancio e vitalità all’intero settore, dal consumo alla produzione. “Noi consideriamo le sigarette elettroniche come un sistema alternativo al fumo – ha commentato Comaroli – e chiaramente meno dannose. Oltretutto, con una alta tassazione si dà adito al fenomeno delle vendite in nero. È stato folle negli anni passati voler tassare i liquidi senza nicotina o i dispositivi che non hanno a che fare con il tabacco. Un minimo di tassazione la riteniamo corretta. Partiamo dal presupposto che fumare fa male, ma la sigaretta elettronica fa molto meno male. Il politico lungimirante non deve introdurre imposte per far cassa. Quando lo fa – conclude Comaroli – deve tenere anche conto degli effetti indiretti che provoca su aziende, lavoratori e consumatori“.