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Gran Bretagna– Un vaper per amico
I fumatori che entrano in contatto con coloro che utilizzano una sigaretta elettronica hanno maggiori possibilità di dire addio al tabacco. È quanto sostiene uno studio condotto su quasi 13mila fumatori che hanno partecipato allo Smoking Toolkit Study (un monitoraggio governativo sulla diffusione del tabagismo in Gran Bretagna) fra il novembre 2014 e il maggio 2018 e appena pubblicato su BMC Medicine. Sigmagazine vi racconta tutti i dettagli.
Francia– Iniziativa speciale: ecig gratuite per fumatori in difficoltà finanziarie
Sigarette elettroniche gratuite per i fumatori che hanno problemi economici. Non è una misura duratura ma resta un’iniziativa lodevole, legata solo al “Mese senza tabacco”, la campagna in corso in Francia. Promotori: l’associazione La vape du coeur e il centro ospedaliero Sud Essonne. Secondo i promotori, i segmenti interessati sono donne incinte, giovani al di sotto dei 25 anni, persone alla ricerca di un impiego o con redditi minimi. Categorie nelle quali si rintracciano anche molti fumatori, che potrebbero essere attratti da un’opportunità che allo stesso tempo aiuta la salute e consente di risparmiare i soldi comunque spesi per le sigarette tradizionali.
Thailandia– Avviso ai turisti, il divieto dell’ecig è stato rafforzato
Il Dipartimento fiscale della Thailandia ha emesso un avviso per turisti e viaggiatori nel PPaese asiatico in materia di sigarette elettroniche e sostanze correlate. Il direttore generale del dipartimento, Patchara Anuntasilpa, ha riferito che per motivi concernenti la salute il ministero del Commercio ha rafforzato la normativa di divieto delle sigarette elettroniche già formulata dal Ministero della sanità. Elevate anche le multe per chi viene sorpreso a utilizzare o vendere ecig. E dal febbraio prossimo, il divieto di ecig sarà esteso a 81 nuovi spazi pubblici, tra cui distributori banconmat di denaro, reception di alberghi, bagni pubblici, centri commerciali e tanti altri luoghi quanti è riuscita a individuarne la fervida immaginazione dei proibizionisti asiatici.
Usa– Arrivata la conferma: la FDA vieta aromi nei liquidi per ecig in alcuni esercizi
Dopo le indiscrezioni dei media, l’annuncio ufficiale: l’FDA ha proibito la vendita di liquidi e cartucce precaricate con aromatizzazioni alla frutta o cremose in tutti i convenience store (drogherie con merce varia aperte quasi tutto il giorno) e nelle stazioni di servizio degli Stati Uniti. In questi esercizi commerciali si potranno vendere esclusivamente liquidi al gusto di tabacco, menta e mentolo, gli stessi ammessi per le sigarette di tabacco. Il divieto non riguarderà i negozi specializzati in sigarette elettroniche, che potranno continuare a vendere tutte le aromatizzazioni esistenti. Sigmagazine aveva anticipato con l’agenzia Reuters la notizia qualche giorno prima, cercando di approfondire cosa si nasconde dietro la mossa della FDA.
Usa– Le decisioni della FDA sull’ecig fanno crollare le multinazionali del tabacco in borsa
Non bastano le cattive notizie dal fronte degli introiti (in calo) delle sigarette. Ora anche quelle che colpiscono il settore del vaping si riflettono negativamente sulle azioni delle multinazionali del tabacco. È così accaduto che siano bastati i rumours diffusi dalla stampa generalista sulle mosse della FDA in materia di aromi a far crollare i titoli di borsa di BAT e Co. Da un lato perché queste aziende si stanno sempre più spostando sulla produzione di strumenti alternativi alle sigarette tradizionali, dall’altro perché sono le uniche tanto grandi da essere presenti nei listini. I volumi di affari restano enormi ma la vulnerabilità sul versante finanziario, non legata solo all’andamento degli introiti dal tabacco, è una novità degli ultimi tempi.
Usa– E Juul Labs ritira le ecig aromatizzate in risposta alla FDA
E in risposta alle misure annunciate dalla FDA, Juul Labs, l’azienda che produce la piccola pod mod che ha spopolato negli Usa, ha annunciato le contromisure. In sintesi: acquisti contingentati per i negozi, cancellazione degli account social, liquidi solo al tabacco, menta e mentolo. Informazioni più dettagliate nell’approfondimento di Sigmagazine, che fa anche il punto sullo scontro negli Usa.
Gran Bretagna– Una sigaretta elettronica sul set della serie inglese Peaky Blinders
Era da un po’ di tempo che le cronache artistiche o mondane non rilanciavano qualche vip alle prese con la sigaretta elettronica. Evidentemente l’ecig comincia anche a entrare nelle abitudini delle persone (e quindi anche di quelle note) e non costituisce più tanto una notizia. Un’eccezione arriva dal Regno Unito. Durante le riprese della serie di Peaky Blinders al Black Country Living Museum in Inghilterra, l’attore Paul Anderson, che interpreta Arthur Shelby Junior, è stato avvistato con una sigaretta elettronica in mano. Non durante le scene, naturalmente, dato che la serie è ambientata in un quartiere popolare di Birmingham all’indomani della prima guerra mondiale.
Usa– Ricerca: ci vogliono 15 anni senza fumo per azzerare i rischi cardiovascolari
Smettere di fumare è sempre utile e prima ci si riesce meglio è. Secondo uno studio statunitense, il rischio di malattie cardiovascolari diminuisce del 38% già a 5 anni dall’ultima sigaretta. Ce ne vogliono invece 15 affinché i rischi siano gli stessi di un non fumatore.
Gran Bretagna– Imperial Brands aumenta investimenti in riscaldatori e prodotti vaping
I ricavi dal settore del vaping sono stati superiori alle stime e così l’azienda britannica del tabacco Imperial Brands, che gestisce marchi tradizionali come Gauloises e Winston, ha deciso di aumentare gli investimenti programmati per il prossimo anno. Come tutte le imprese con un solido retroterra nel settore del tabacco, anche Imperial Brands è fortemente lanciata nella produzione e commercializzazione di riscaldatori di tabacco, questi ultimi in particolare destinati prevalentemente al mercato asiatico.
Germania– I Verdi non amano la sigaretta elettronica
Sono in grande spolvero dal punto di vista elettorale ma hanno qualche problema a distinguere sigaretta tradizionale ed elettronica, fumo e vapore. Sono i Verdi tedeschi, i Grünen, gli ecologisti che di elezione in elezione regionale stanno scalando la politica in Germania e, anche nei sondaggi nazionali, si piazzano ora al secondo posto, scalzando i socialdemocratici. Ma nella proposta antifumo presentata in Parlamento lo scorso aprile, i Verdi chiedono il divieto di pubblicità esterna (cartelloni) e al cinema tanto dei prodotti del tabacco quanto di quelli del vaping. I Dampfer (i vapers tedeschi) ne devono tener conto, perché i Verdi potrebbero presto sedere sui banchi del governo. Diversa la posizione della Linke, il partito di sinistra erede dei comunisti che governavano la Germania Est: anche la Linke propone il divieto di pubblicità esterna e al cinema ma limitata alla sigaretta tradizionale. Più difficile, tuttavia, che questo partito arrivi al governo della Germania.
Germania– Presidente piccoli industriali: i fumatori lavorino mezz’ora in più al giorno
“Le pause dei lavoratori fumatori costano alle aziende dai 2500 ai 3500 euro l’anno. Per questo auspichiamo che i fumatori restino sul posto di lavoro dai 20 ai 30 minuti in più al giorno rispetto a chi non fuma“. La provocazione è arrivata da Mario Ohoven, il presidente della potente associazione delle piccole e medie imprese tedesche, la spina dorsale dell’industria in Germania. Il tempo perso dalla pausa sigaretta è un costo che pesa non solo sull’imprenditore ma anche sugli altri lavoratori che non fumano e che restano al loro posto durante l’intero turno di lavoro, sostiene Ohoven. La proposta ha fatto scalpore e il canale televisivo pubblico regionale di Berlino ha aperto un sondaggio online fra i lettori del suo sito web. La stima del presidente delle PMI tedesche appare tuttavia in difetto rispetto a quanto i fumatori costano a un’impresa negli Stati Uniti. Cinque anni fa, uno studio americano dell’Università dell’Ohio aveva quantificato in 4600 dollari il costo medio annuale per lavoratore-fumatore dovuto alle pause.
Francia– Il 14% degli studenti si dichiara fumatore abituale
Ancora una statistica emersa in uno dei dibattiti che stanno accompagnando la manifestazione del ministero della Sanità “Un mese senza tabacco”. Riguarda la quota di fumatori fra gli studenti, registrata dai ricercatori dell’agenzia Opinion Way: il 15% ha dichiarato di fumare solo in particolari occasioni, il 13% di farlo ogni giorno. In generale, il 14% si è dichiarato fumatore abituale o quasi. Interessanti anche le motivazioni alla base dell’addio al fumo: il 66% abbandona la sigaretta per salvaguardare la propria salute, il 56% per salvaguardare il proprio portafoglio.
Usa– Indiani d’America, fumatori da 1200 anni
Alcuni ricercatori dell’università di Washington hanno scoperto che la popolazione indiana dell’America del Nord fumava tabacco già almeno 1200 anni fa. La notizia fa effetto ma non sorprende completamente, data l’origine geografica della pianta del tabacco. A quei tempi, hanno spiegato i ricercatori, le piantagioni di tabacco erano già diffuse su tutto il territorio nordamericano.