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Quarantotto negozi perquisiti e cannabis light posta sotto sequestro. Ma anche vaporizzatori per erbe, cartine, pipette, materiale pubblicitario e depliant. L’operazione “Affari in fumo” è stata condotta questa mattina prevalentemente nel territorio tarantino. I militari del Nucleo di Polizia Economico–Finanziaria di Taranto hanno così eseguito un decreto di perquisizione e sequestro, emesso dalla Procura della Repubblica, a firma del Procuratore Capo Carlo Maria Capristo, del Procuratore Aggiunto Maurizio Carbone, del Sostituto Procuratore Lucia Isceri, nei confronti dei 48 esercizi esercizi che Commercializzano derivati della canapa sativa, ovvero la cosiddetta“cannabis light”.
L’ordinanza di seqestro contestava l’immissione in commercio di un prodotto considerato stupefacente. Secondo l’interpretazione della Procura, infatti, la canapa sativa è regolamentata soltanto in fase di coltivazione ma non può essere venduta al privato. La dicitura “ad uso tecnico” è stato considerato un escamotage per scavalcare la legge 242/2016 che reca come finalità “la promozione della filiera della coltivazione di alcune varietà di canapa da destinare prevalentemente all’uso agroalimentare, al florovivaismo ed alla produzione di fibre tessili“. secondo la Procura, “la presenza del principio attivo per usi connessi all’inalazione ed ingerimento comporta una violazione della normativa sugli stupefacenti in quanto nociva alla salute dell’uomo“.
Tra le persone coinvolte e denunciate per spaccio di stupefacenti c’è anche Flavio Fedele, titolare a Taranto di un negozio di sigarette elettroniche. “Questa mattina– racconta – i finanzieri dopo esser andati dai produttori e distributori della zona, sono andati in tutti i negozi che risutavano essere loro clienti. Quasi tutti siamo negozi che vendono prevalentemente sigarette elettroniche e abbiamo ampliato l’offerta anche alla cannabis light. Hanno sequestrato le confezioni di cannabis light e i vaporizzatori. Fortunatamento hanno capito la differenza tra vaporizzatori per erbe e per liquidi altrimenti mi avrebbero sequestrare tutto il magazzino. Purtroppo siamo caduti in una falla della legge. Il prodotto ci viene regolarmente venduto dai distributori e la presenza di Thc è minima. Credo che sia arrivato il momento di fare chiarezza anche su questa legge e dire una volta per tutto cosa si può e cosa non si può vendere”.
In totale il provvedimento ha colpito 39 operatori commerciale della provincia di Taranto e nove tra la Campania, Calabria, Lazio e Lombardia.