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Da ieri i fumatori neozelandesi hanno un motivo in più per passare alla sigaretta elettronica. Dal primo gennaio 2019, infatti, il prezzo delle sigarette di tabacco è cresciuto del 10 per cento, in virtù di un aumento dell’imposizione fiscale. Si tratta di una serie di aumenti annuali che, secondo i piani attuali, dovrebbe concludersi nel 2020 con un ulteriore scatto. Il prezzo di un pacchetto da venti sigarette ha raggiunto dunque i 20 dollari locali, con punte di oltre i 25 per alcune marche.
Contemporaneamente all’aumento, le autorità sanitarie incoraggiano i fumatori a passare al vaping, in ottica della riduzione del danno. Gli sforzi delle istituzioni sono particolarmente rivolti, come già in passato, alla popolazione Maori che registra un tasso di fumatori molto più alto del resto della popolazione: 35 per cento contro 14. Particolarmente attivo su questa linea Mihi Blair, direttore del dipartimento per il controllo del tabacco di Hapai te Hauora, l’istituto di sanità pubblica che si occupa specificamente della salute della minoranza Maori. Il suo istituto ha istituito una Quitline per dare informazioni su come smettere di fumare passando alla sigaretta elettronica.
Da ieri, quindi, in Nuova Zelanda svapare non è solo molto meno dannoso che fumare, ma anche molto più vantaggioso economicamente. La speranza è che tutte queste misure e l’aiuto della sigaretta elettronica consentano al governo e alle autorità sanitarie di raggiungere l’obiettivo prefissato per il 2025: raggiungere un tasso di fumatori inferiore al 5 per cento. Anche fra la popolazione Maori.