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Sigarette elettroniche, previsioni e aspettative di mercato

Il 2019 parte con le migliori aspettative commerciali mentre il fronte sanitario nazionale dovrebbe avere maggiore lungimiranza prendendo spunto dagli omologhi inglesi e francesi.

Per molti è il più efficace strumento per smettere di fumare, perché consente di assumere nicotina (ma può anche non contenerla) senza però intossicarsi con le sostanze nocive prodotte dalla combustione. I vaporizzatori personali, più comunemente noti come sigarette elettroniche, nonostante siano sul mercato da pochi anni, sono diventati uno strumento efficace per la lotta contro il tabagismo. La vendita in Italia è regolamentata e controllata dall’Agenzia dei Monopoli, ma non è così in tutta l’Unione europea. Il Regno Unito l’ha scelta come portabandiera della battaglia contro il fumo, incentivandone la diffusione e consigliandone l’utilizzo a chiunque voglia smettere di fumare. Posizione sostenuta e auspicata anche dai cardiochirurghi tedeschi. Le organizzazioni sanitarie francesi, insieme ad aggressive politiche antifumo che vanno dall’innalzamento del prezzo del tabacco agli incentivi economici ai tabaccai che cambiano attività, promuovono l’utilizzo della sigaretta elettronica attraverso canali istituzionali.
In Italia, dopo anni di supertassazione e ostracismo istituzionale, pare giunto l’anno della riscossa. Il nuovo anno è iniziato con il drastico abbassamento dell’imposta di consumo (-85% medio) sui liquidi di ricarica e la possibilità di venderli anche sul web. La rete vendita commerciale, pur essendo soggetta al controllo monopolistico, sta recuperando quanto aveva perduto negli anni passati durante la crisi del comparto. Secondo una indagine condotta da Euripes, ad oggi i negozi italiani specializzati in vaping sono poco più di 2500, mentre i lavoratori direttamente o indirettamente coinvolti sono circa 10mila e producono un giro d’affari di 800 milioni di euro. Per il 2019 le previsioni indicano una ripresa a doppia cifra che potrebbe sfiorare l’anno record del 2014.
In questi anni le multinazionali del tabacco hanno affrontato la sfida del vaping con strategie differenti. Philip Morris ha puntato gran parte delle proprie risorse sul riscaldatore di tabacco venduto solo in tabaccheria; British American Tobacco è presente sia sul fronte dei riscaldatori di tabacco che su quello delle ecig ma anch’essa si appoggia esclusivamente alla rete dei tabaccai; Imperial Tobacco è invece l’unica multinazionale ad aver scommesso sulla sigaretta elettronica, con un prodotto presente sia in tabaccheria che nei negozi specializzati. Una quarta multinazionale si sta però affacciando sul mercato italiano: si tratta di juul Lab, l’azienda americana specializzata in vaping che in pochi anni ha conquistato oltre il 70 per cento del mercato statunitense. Già presente in Francia, Regno Unito, Israele e Germania, a breve dovrebbe presentarsi anche lungo lo Stivale con la sua mini sigaretta elettronica.
Così come dimostrato dalle ricerche pubblicate dall’istituto di sanità inglese, la sigaretta elettronica abbatte del 95 per cento i danni da fumo. Allo stesso tempo garantisce al fumatore di veder soddisfatto il bisogno di nicotina, dando anche l’opzione di ridurla gradualmente in base alle proprie esigenze. La possibilità, poi, di poter personalizzare la “svapata” attraverso l’utilizzo di liquidi aromatizzati – non solo tabacchi ma anche frutti, creme, cocktail – regala all’ex fumatore una sensazione completamente diversa che, probabilmente, mai aveva neppure immaginato con la bionda tradizionale. Secondo recenti ricerche scientifiche, la mancanza di combustione, inoltre, impedisce la formazione di catarro e muco, liberando in pochi giorni le vie aeree. Questo, però, sempre se si getta definitivamente il pacchetto di sigarette nel cestino. Infatti la scommessa per il futuro è proprio questa: che la sigaretta elettronica soppianti completamente quella di tabacco, relegando la vecchia cicca e il suo carico di danni all’album dei ricordi. Ma perchè questo accada, occorre che il fronte sanitario nazionale dimostri lungimiranza prendendo spunto dagli omologhi inglesi e francesi.

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