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Sigarette elettroniche, parola alle associazioni: Antonella Panuzzo (UniEcig)

Pubblichiamo l'articolo scritto dalla presidente dell'Unione esercenti italiani e-cig tratto dalla rivista bimestrale attualmente in distribuzione.

All’alba del nuovo anno e dopo circa cinque anni di incertezze e guai, il settore del vaping pare possa finalmente tirare un sospiro di sollievo. Ringraziando per quanto è riuscito a fare il governo – che è stato l’unico a migliorare la situazione del nostro settore – per il futuro auspichiamo che l’ecig riesca a veder riconosciuta la dignità che merita come strumento di grande riduzione del danno da fumo e come migliore alternativa a questo. Possiamo gioire a metà per quanto riguarda la tassazione. Mentre tutti puntavamo ad una rimozione totale dell’assurda imposta di consumo che vigeva fino a poco fa, quest’ultima è stata molto ridotta ma non eliminata del tutto. In particolar modo, la parte che lascia l’amaro in bocca è quella che riguarda i prodotti privi di nicotina, facilmente reperibili senza tassa fuori dai nostri negozi. L’eccellenza italiana nella produzione di liquidi da inalazione viene blindata e svilita da regole più aspre rispetto agli altri Paesi europei, come se non fossero sufficienti i controlli, giusti e mai contestati, a monte della produzione.
Parliamo comunque di una mezza vittoria, perché mentre prima su un liquido da 10 ml con o senza nicotina gravava un’imposta di quasi 5 euro, adesso sullo stesso liquido avremo un’imposta rispettivamente di consumo di 80 e 40 centesimi. La nuova tassazione sarà quindi favorevole per tutti quei consumatori che fino ad ora l’hanno “subita”, mentre sarà percepita negativamente da tutti coloro che, grazie a vari espedienti, erano riusciti ad evitarla. I prezzi finali ai consumatori saranno, ove la filiera abbia agito bene, comunque ben al di sotto del prezzo praticato fino a ieri e l’imposta odierna risulterà ragionevole, considerando quella pregressa.
Primi rumours riportano il malcontento di alcuni stakeholder per il mercato delle cosiddette basi, che sarebbe penalizzato da questa manovra. Costoro probabilmente dimenticano che l’attuale imposta è del 90 per cento più bassa della precedente e che fino a pochi giorni fa su 100 ml di base gravavano circa 50 euro di tassa, oggi ridotti a 5 euro. Altro argomento dibattuto in questo periodo è la messa al bando dei prodotti non rispettosi dei parametri della Tpd, che sono stati ritenuti pericolosi per la salute del consumatore in caso di uso improprio. Questa novità non può che essere considerata positiva e mette tutti i player nelle stesse condizioni di mercato.
Essere ancora assoggettati ad Aams rimane invece una sconfitta, in quanto da sempre ci battiamo per rendere questo mercato libero da ogni tipo di giogo, figuriamoci quello dei Monopoli. Questo fatto risulta di una gravità inaudita, considerando che si tratta di un prodotto che nel resto d’Europa è di libera vendita. La questione però non si ferma qui. Si parla sempre più spesso di prezzo imposto al pubblico a garanzia di parità nella vendita al consumatore finale e di quanto sia importante che vi sia un ente che controlli che i rivenditori si adeguino al prezzo “giusto”. Se fossimo malauguratamente assoggettati davvero ad un monopolio pieno, il prezzo fisso non sarebbe soltanto quello di vendita ma anche quello di acquisto da parte del rivenditore con un margine stabilito a monte, come già avviene per le tabaccherie. Si tratterebbe di un danno gravissimo per i nostri punti vendita, in quanto, avendo da rispettare anche il criterio della prevalenza, i rivenditori non riuscirebbero ad avere il margine per sopravvivere e tali prodotti sarebbero distribuiti soltanto dalle tabaccherie che non hanno l’obbligo di rispettare la prevalenza.
Più ragionevole e sensato sarebbe che fosse lo stesso produttore ad indicare in etichetta un prezzo consigliato, per dare il giusto valore di vendita al proprio. Purtroppo in questi ultimi periodi sono state molte le incongruenze riscontrate nei negozi specializzati, giustificate spesso dallo stato necessità. La corsa al ribasso dei prezzi, per esempio, che accontenta poche centinaia di vaper e non segue alcuna logica commerciale, ha causato un vizio nella filiera a discapitodel servizio e della qualità del prodotto. Ciò che oggi il mercato ci chiede, se saremo in grado di lavorare bene, è professionalità e informazione, non svendita e approssimazione. Il rivenditore oggi dovrebbe approfittare della forte riduzione dell’imposta per correggere il tiro al folle mercato che si è creato in questo ultimo periodo, cominciando a vendere prodotti più appetibili per il grande pubblico dei fumatori: piccole ecig per smettere di fumare agevolmente e liquidi pronti, lasciando uno spazio ludico, ma pur sempre serio e controllato, per i consumatori che desiderano anche prodotti di genere diverso.
Insomma, pur non essendo totalmente soddisfatti del risultato ottenuto, non possiamo negare che un gran passo avanti è stato fatto e che da adesso in poi dovremo essere artefici del nostro destino, impegnandoci a fare della professionalità il nostro baluardo. L’augurio per il prossimo futuro è che possa esistere un settore libero ma responsabile, con una politica commerciale che sia degna di tale definizione, in grado di soddisfare tutti, dal produttore al rivenditore fino ad arrivare al consumatore e con regole giuste, chiare e precise.