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Gli aromi alimentari nelle sigarette elettroniche fanno male?

Pubblicata su Scientific Reports una ricerca secondo cui l'inalazione degli aromi causerebbe danni ai bronchi. Ma poi i ricercatori mettono le mani avanti: "Gli esperimenti in provetta potrebbero non riflettere la reale esposizione umana alle sigarette elettroniche"

Un’altra ricerca che farà discutere. È stata pubblicata oggi su Scientific Reports, l’inserto accademico di Nature. Alcuni ricercatori della Harvard T.H. Chan School of Public Health di Boston hanno analizzato 99 aromi alimentari utilizzati nelle sigarette elettroniche e sarebbero giunti alla conclusione che, una volta vaporizzati e inalati, causerebbero importanti danni ai bronchi e alle vie aeree. Secondo i ricercatori Joseph Allen e Irfan Rahman, “le sostanze hanno indotto centinaia di cambiamenti genetici nelle cellule e hanno compromesso la loro capacità di funzionare correttamente. Questi composti aromatici sono ciò che definiamo sostanze chimiche Generally Regarded As Safe (GRAS), ovvero generalmente sicure. Questa designazione, tuttavia, si riferisce solo se ingerite. Si tratta di sostanze chimiche aromatiche alimentari che non sono state testate per verificarne la sicurezza di inalazione. E ciò che sappiamo su chi le inala è che possono causare una grave pneumopatia”. I due scienziati mettono però le mani avanti, anticipando eventuali critiche allo standard e al campione utilizzato. “I polmoni non sono fatti per inalare aromi. Il nostro corpo non è ancora pronto. Gli esperimenti in provetta potrebbero non riflettere la reale esposizione umana alle sigarette elettroniche”. I dati sono stati raccolti nel 2016 e oggi, “i produttori di sigarette elettroniche potrebbero aver cambiato formulazioni delle loro ricette per i liquidi“.
Una ulteriore considerazione è opportuna: la ricerca è stata condotta prelevando gli aromi dal mercato statunitense, in particolare in California. Mentre in Europa i liquidi devono essere analizzati e sono soggetti a importanti controlli di qualità, negli States le regole sono sensibilmente differenti. La Direttiva europea sui prodotti liquidi da inalazione, inoltre, prevede una black list di aromi e additivi che non possono essere utilizzati per i liquidi di ricarica delle sigarette elettroniche. Un liquido, prima di poter essere venduto, deve attendere sei mesi, tempo necessario al Ministero della Salute per compiere eventuali accertamenti di sicurezza e qualità.
Sarebbe sempre cosa buona e giusta, quando si parla di ricerche sulle sigarette elettroniche, rapportare i risultati anche al mercato di riferimento. Una ricerca di tal fatta potrebbe servire come appoggio ai legislatori a stelle e strisce per giustificare un intervento legislativo restrittivo per normare un settore che appare ancora assai confuso. E, soprattutto negli Usa, spesso alla mercé di operazioni di marketing molto aggressivo. Contrariamente, però, a quanto invece accade in Europa in cui esiste una Direttiva europea recepita ormai da due anni in tutti i Paesi dell’Unione. Per avere un’idea della composizione di liquidi è intervenuto il professor Emanuele Ferri che ha analizzato 99 aromi di fattura italiana, mentre sulla necessità di uniformare gli standard di ricerca da tempo si sta spendendo il professor Riccardo Polosa.

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