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Prodotti a rischio ridotto, parte primo monitoraggio europeo

"Ambizioso e rivoluzionario" progetto del CoeHar che valuterà l’aderenza a lungo termine e l’efficacia di prodotti alternativi al fumo di sigaretta convenzionale nel ridurre o far smettere di fumare.

Il CoEHAR, Centro di Eccellenza per la Riduzione del Danno da fumo è entrato nel pieno delle sue attività scientifiche.
Il direttore Riccardo Polosa ha incontrato negli scorsi giorni gli esponenti delle più importanti aziende di Research Marketing europee, con l’obiettivo di reperire informazioni sulle più innovative metodologie di raccolta dati per avviare il primo progetto di ricerca scientifico che effettuerà un monitoraggio completo sulle abitudini tabagiche e il consumo di prodotti contenenti nicotina in Europa, valutando anche l’impatto dell’utilizzo di questi prodotti sulla salute umana. Un progetto che rientra nell’ambito delle attività che il CoEHAR sta portando avanti insieme ai ricercatori dell’Università degli Studi di Catania. Gli obiettivi dello studio longitudinale e multinazionale sono stati presentati dalla professoressa Venera Tomaselli, docente di Statistica presso il Dipartimento di Scienze Politiche.
Il CoEHAR valuterà l’aderenza a lungo termine e l’efficacia di prodotti alternativi al fumo di sigaretta convenzionale nel ridurre o far smettere di fumare. Come obiettivo secondario, gli effetti a lungo termine sulla salute umana saranno confrontati con gli effetti del fumo di sigaretta convenzionale soprattutto in soggetti affetti da gravi malattie fumo-correlate. Nei prossimi giorni, sarà lanciata una RFP (Requests for proposal) indirizzata a tutte le aziende di Research Marketing con la richiesta di presentare una proposta economica e progettuale che supporti i ricercatori catanesi nello studio di monitoraggio e valutazione. Ambizioso e rivoluzionario”, così i partecipanti all’incontro hanno definito il progetto di ricerca che per la prima volta in Europa fornirà definitivamente i dati sulla diffusione dei prodotti a rischio ridotto e consentirà agli esperti di tutto il mondo di stabilire l’impatto del loro utilizzo sulla salute pubblica europea.

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