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Nuova Zelanda, anche la Heart Foundation consiglia la sigaretta elettronica

La charity fondata nel 1968 suggerisce l'ecig per smettere di fumare: è meno dannosa e costosa della sigaretta tradizionale.

Sono sempre più numerose le istituzioni e le associazioni mediche in giro per il mondo che riconoscono la sigaretta elettronica fra i metodi per smettere di fumare. Ora è la volta di Heart Foundation New Zealand, la charity fondata nel 1968 da un gruppo di cardiologi con lo scopo di ridurre l’alto numero di decessi causati nel Paese dalle malattie cardiache. Ha 18 sedi sparse in tutto il territorio nazionale e si occupa soprattutto di sponsorizzare ricerche, finanziare la formazione di cardiologi e ricercatori, sviluppare e attuare programmi di prevenzione ed educare il pubblico a stili di vita sani.
E proprio in quest’ottica, sul sito ufficiale di Heart Foundation si trovano molti consigli per mantenere in salute il proprio cuore. Alla voce “Benessere”, sotto la sezione “Gestire il rischio”, c’è un’intera parte dedicata a “Smettere di fumare”, dove si spiega che il fumo è il principale fattore di rischio per le malattie cardiache, l’infarto e l’ictus e si elencano i vantaggi della cessazione. Più in basso vi sono cinque domande con delle brevi risposte. Fra queste, una riguarda il vaping e le sigarette elettroniche e la risposta, chiarissima, spiega che “la ricerca scientifiche suggeriscono che le sigarette elettroniche (vaping) sono meno dannose delle normali sigarette di tabacco e possono essere uno strumento utile per smettere di fumare”.
Vi è poi un rimando a un articolo del sito, pubblicato lo scorso gennaio, dove l’argomento è trattato in maniera più approfondita. Ma la sostanza non cambia. Sebbene si premetta che è bene che i non fumatori non inizino a svapare e che l’opzione migliore è astenersi tanto dal fumo quanto dal vaping, si insiste lungamente sulla minore dannosità dell’ecigarette, riportando diversi studi in questo senso e le posizioni delle istituzioni sanitarie britanniche. Si spiega che non vi sono prove che il vaping introduca al fumo, né che aumenti il rischio di malattie cardiache, affermando anzi che “le sigarette elettroniche sono significativamente (fino al 95%) meno dannose del fumo tradizionale”.
Si sottilinea anche che svapare costa molto meno che fumare: “approssimativamente un decimo del costo”. Infine l’articolo ricorda che “il vaping ha il sostegno dei centri antifumo pubblici finanziati dal Ministero della salute, ma si può avere accesso alle sigarette elettroniche anche recandosi direttamente da un rivenditore”. Insomma, se questa non è una benedizione, poco ci manca.

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