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Sigarette elettroniche: quali Paesi tassano i prodotti del vaping?

In un lungo articolo su Vaping 360, Jim McDonald offre un'ampia panoramica sui Paesi che tassano i liquidi per ecigarette.

Quali Paesi tassano i liquidi per sigaretta elettronica? E perché lo fanno? Se ne occupa in maniera lunga e dettagliata Jim McDonald su Vaping 360 in un articolo che vale la pena di leggere e conservare. La risposta alla seconda domanda è semplice e complessa allo stesso tempo. Il consumo di tabacco porta nelle casse dei governi risorse ingenti e se questo flusso di denaro inizia ad essere minacciato, il prodotto a cui si rivolgono i fumatori diventa “un obiettivo naturale” per le autorità fiscali. “È quasi irrilevante – spiega McDonald – se i prodotti del vaping meritino o meno di essere tassati. I governi vedono che allontanano le persone dal tabacco e capiscono che devono porre rimandi al gettito perduto”.
Con i prodotti del vaping, però, che sono nati per ridurre i danni da fumo, il legislatore si trova in una evidente contraddizione. Le tasse specifiche su un prodotto sono giustificate da vari fattori. Per esempio se vogliono disincentivare un comportamento a rischio, come bere alcool e fumare. Non a caso spesso quelle sull’alcool e sul tabacco sono definite “sin taxes”, tasse sul peccato, perché prendono di mira un comportamento a rischio. Non solo. I danni causati dal fumo e dall’alcool impongono un costo sanitario alla società, che si dovrà accollare le spese per curare le eventuali malattie fumo o alcool correlate. In quest’ottica, può apparire dunque giustificato rendere più costoso un comportamento che, a sua volta, costerà alla comunità.
Ma è etico imporre tasse specifiche su prodotti che aiutano ad abbandonare i comportamenti a rischio? Un dilemma di non facile soluzione per molti legislatori che, non a caso, sono spesso pronti ad accogliere con favore – con qualche lodevole eccezione – le posizioni più caute o addirittura ostili verso i nuovi prodotti da parte delle autorità sanitarie. E come si stanno orientando i vari Paesi?
Dopo una complessa panoramica fra gli Stati degli Usa e le loro contee, dove brillano per prelievo fiscale il Minnesota, Washington DC e la California, McDonald arriva all’Europa. Fra i Paesi dell’Unione europea, gli unici ad avere una tassa specifica sui tutti i liquidi per inalazione (con e senza nicotina) sono Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Lettonia, Ungheria. Oltre naturalmente all’Italia, che però dal 1 gennaio 2019 ha ridotto di molto il prelievo fiscale e tassa gli eliquid con nicotina il doppio di quelli senza. A tassare solo i Pli con nicotina sono Portogallo, Romania, Slovenia e Svezia, mentre la Lettonia ha una tassa di base che aumenta in base al contenuto di nicotina. La Croazia ha in programma una tassazione specifica ma non l’ha ancora attuata, mentre in Polonia la tassa entrerà in vigore il 30 giugno del 2020
Nell’Europa extra Ue tutti i liquidi sono soggetti a tassa specifica in Montenegro, in Serbia e in Azerbaijan; l’Albania tassa solo i liquidi con nicotina e la Russia tassa i prodotti usa e getta e i liquidi con nicotina. Nel resto del mondo, conclude McDonald, sono la Corea del Sud, l’Indonesia, il Kenya e il Bahrain a tassare i liquidi per ecigarette. Ricordando, però, che in molti Paesi asiatici l’uso dello strumento è vietato o ne è vietata la vendita e l’importazione.

A questo link l’articolo di Vaping 360.

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