© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Getta benzina sul fuoco di un dibattito già incandescente il nuovo rapporto dell’americano Centers for Disease Control and Prevention sull’uso dei prodotti del tabacco da parte dei minori negli Stati Uniti nel 2017-2018. E, sebbene i dati fossero già stati anticipati (e criticati da molti) lo scorso novembre, la pubblicazione del rapporto ha scatenato nuove, feroci reazioni. Il Cdc parla addirittura di dati che “minacciano di cancellare i progressi fatti negli anni passati nella riduzione dell’uso del tabacco fra i giovani, mettendo una nuova generazione a rischio di dipendenza dalla nicotina”. Ed è l’uso dell’ecig a far suonare il campanello d’allarme poiché, secondo i dati del Cdc, è l’unico fra i prodotti del tabacco ad aver visto aumentare il suo consumo.
Fra il 2017 e il 2018, spiega il report, i giovani che usano l’ecig sono aumentati di 1,5 milioni, mentre in totale i consumano prodotti del tabacco 1 studente su 4 delle superiori (27,1%) e 1 su 14 delle medie (7,2%). Fra i primi il prodotto più usato è l’ecigarette (20,8%), seguita dalle sigarette (8,1%), dai sigari (7,6%), dal tabacco senza fumo (5,9%), dagli hookah (4,1%) e dalla pipa (1,1%). Fra gli studenti medi l’uso dell’elettronica scende al 4,9% e quello delle sigarette all’1,8.
Il Centers fo Disease Control collega apertamente questo incremento alla comparsa sul mercato americano di Juul, la piccola pod-mod precaricata con alte concentrazioni di nicotina (vietate in Europa) e che detiene oltre il 70% del mercato statunitense del vaping. Tanto che la portavoce americana dell’azienda, Victoria Davis, ha ritenuto di rilasciare una dichiarazione, evidenziando tutte le attività intraprese da Juul per arginare il fenomeno già dallo scorso novembre, quando i dati del CDC avevano iniziato a circolare.
Non si è fatto attendere nemmeno il comunicato di Scott Gottlieb, il commissario della Fda che ha più volte parlato di emergenza vaping fra i giovani. “In base a queste evidenze– ha dichiarato – temo che questo trend giovanile continuerà nel 2019, costringendoci a prendere delle decisioni serie sulla normativa per le sigarette elettroniche”. Gottlieb ha ribadito che, pur riconoscendo l’opportunità rappresentata dal vaping per i fumatori adulti, farà tutto il possibile per contrastare la diffusione fra i giovani. Conferma che l’Agenzia sta rimettendo in discussione la regolamentazione per i prodotti del vaping – che ha di fatto permesso a molti prodotti di rimanere sul mercato fino al 2022 mentre i produttori inviavano la richiesta di autorizzazione per il mercato – per tutti i liquidi con aromatizzazione diversa da tabacco, menta e mentolo.
Il commissario, inoltre, ha dichiarato di aver chiesto un incontro ai vertici di Juul e di Altria (il gruppo di cui fa parte Philip Morris Usa, che ha recentemente comprato una quota di minoranza della startup californiana) per discutere “delle mie preoccupazioni – ha scritto – per il fatto che non mi sembrano davvero impegnati a mantenere le loro promesse sulle azioni che avrebbero intrapreso per fermare l’uso fra i giovani dei loro prodotti”. Insomma, la battaglia negli Stati Uniti è tutt’altro che conclusa e purtroppo a pagarne i costi potrebbero essere i fumatori adulti.