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“Come comunità italiana ma soprattutto internazionale dobbiamo ridurre il numero di diagnosi, che non significa diagnosticare di meno, ma avere meno malati. E per farlo occorre prevenire, dove possibile, le patologie oncologiche per cui sono conosciuti i fattori di rischio. Uno per tutti il tabacco. Lo dico perché per un breve periodo della mia vita ho fumato, ed è stato un incubo smettere, ho smesso poi con la gravidanza. Secondo me è una di quelle aree dove questo paese non fa assolutamente una sufficiente campagna informativa, specialmente tra i giovani”. Parole del ministro della salute Giulia Grillo in occasione della presentazione della settimana nazionale per la prevenzione oncologica. L’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sarà dunque affidata nell’immediato futuro ad una massiccia campagna informativa. L’ipotesi di azzerare nel medio periodo il numero dei fumatori è però inverosimile. Al contrario, sarebbe auspicabile favorire e sostenere la riduzione del danno da fumo attraverso la promozione degli strumenti a rischio ridotto. L’esempio promosso dalle istituzioni sanitarie britanniche potrebbe essere un buon punto di partenza: la sigaretta elettronica è promossa dai medici di base, è fornita gratuitamente in farmacia, è distribuita nelle carceri. Il fumatore, d’altronde, non vede se stesso come un malato da curare. Spesso conosce la nocività del tabacco ma il desiderio di nicotina è più forte rispetto alla consapevolezza del danno. Sarebbe quindi importante sensibilizzare l’opinione pubblica su quella che potrebbe definirsi la terza via: abbandonare il fumo in modo graduale attraverso, ad esempio, l’utilizzo consapevole della sigaretta elettronica.