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India, la Heart Care Foundation a favore della sigaretta elettronica

La fondazione scrive al presidente Modi chiedendo di promuovere i prodotti del vaping come alternativa meno dannosa al fumo.

Ancora un appello al premier indiano Narendra Modi affinché prenda una posizione sulle sigarette elettroniche. Dopo che l’Alta Corte di Delhi aveva deciso per la sospensione del divieto di fabbricazione, commercio e importazione di e-cigarette e altri Ends emesso dall’ente nazionale per la regolamentazione del farmaco, erano stati in molti ad appellarsi al primo ministro.  In un senso o nell’altro. Un gruppo di oltre mille medici, insieme all’associazione delle vittime del tabacco, aveva infatti scritto una lettera a Modi, chiedendo ancora una volta che le sigarette elettroniche venissero proibite in tutto il Paese. Dall’altra parte era intervenuta l’associazione dei consumatori Avi, chiedendo al premier una regolamentazione del vaping basata sulle evidenze scientifiche e cioè sul fatto che la sigaretta elettronica è uno strumento che riduce il danno da fumo e che ha già consentito a milioni di fumatori di abbandonare il tabacco.
Oggi a rivolgersi al primo ministro indiano è la Heart Care Foundation of India, organizzazione che si occupa di fare informazione sanitaria nel Paese e di fornire assistenza ai pazienti affetti da malattie cardiache. Il suo presidente, il cardiologo K. K. Aggarwal (già a capo della Indian Medical association) e un buon numero di altri medici dell’associazione hanno inviato una missiva a Modi, chiedendo di incoraggiare e promuovere i prodotti del vaping come alternativa ai prodotti a tabacco combusto, molto più dannosi. La fondazione – riporta Business Standard – sprona il governo a varare politiche che riducano il danno da tabacco, regolamentando il commercio e la pubblicità dei prodotti a rischio ridotto e, al contempo, garantendo che il loro accesso sia limitato a chi vuole smettere di fumare.
Insomma, dopo che molti Stati indiani hanno autonomamente deciso di vietare la sigaretta elettronica e dopo che l’autorità per il farmaco aveva provato a proibirla, senza avere l’autorità per farlo – almeno secondo l’Alta Corte – da più parti si invoca una presa di posizione chiara e netta del governo. Una decisione che, se e quando arriverà, avrà un forte impatto sulla salute dei circa 106 milioni di fumatori del Paese.

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