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San Francisco, proposto divieto di vendita di sigarette elettroniche

Nessun provvedimento analogo per le sigarette tradizionali. Per questo i sostenitori del vaping parlano di proposta folle.

È difficile per San Francisco diventare ancora più assurda, ma questa proposta e la retorica che la accompagna è completamente folle”. Con questa dichiarazione spiazzata, rilasciata al quotidiano Usa Today, Gregory Conley, presidente della American Vaping Association commenta la notizia del giorno del mondo del vaping americano. Le autorità della città californiana hanno presentato una proposta di legge che, se approvata, proibirebbe la vendita di tutte le sigarette elettroniche fino a che non saranno approvate dalla Food and Drug Administration. E, poiché nessun device è stato sottoposto a questo processo di approvazione, di fatto metterebbe fuori legge la vendita dei prodotti del vaping a San Francisco.

La motivazione dietro a questa proposta è quella che sta dando vita ad una vera e propria crociata Oltreoceano: fermare un’epidemia dell’uso dell’ecigarette fra i giovani, di cui molti esperti negano la stessa esistenza. Conley non si sottrae al tema e dichiara: “Nessun minore dovrebbe svapare, ma nessun politico dovrebbe cercare di instaurare un moderno proibizionismo”. Dopo aver vietato gli aromi negli eliquid lo scorso giugno, dunque, San Francisco potrebbe essere la prima città degli Stati Uniti a vietare le sigarette elettroniche tout court.

Ma i promotori della proposta non si fermano qui. Il supervisore cittadino Shamann Walton ha annunciato in conferenza stampa di avere in serbo un vasto programma: quello di proibire la produzione, la vendita e la distribuzione di prodotti del tabacco (ecigarette comprese) sul territorio cittadino. Ed è difficile non pensare che nel mirino delle autorità ci sia Juul Labs, la produttrice della famosa pod mod che ha proprio a San Francisco la sua sede.

La risposta dell’azienda è affidata ad un comunicato: “La proposta di legge fa sorgere una domanda. Perché la città dovrebbe sentirsi a proprio agio mantenendo a disposizione sugli scaffali le sigarette tradizionali, quando sappiamo che uccidono più di 480 mila americani all’anno?”. La domanda è pertinente, perché le autorità cittadine non hanno previste un analogo divieto di vendita per le sigarette di tabacco. Il rischio piuttosto concreto di una misura che limita l’accesso a un prodotto che riduce il danno da fumo, è quello di condannare i fumatori adulti a continuare con un comportamento altamente nocivo.

Un punto di vista condiviso dal professor Michael Siegel dell’Università di Boston, definisce quella delle autorità californiane come “la proposta di salute pubblica più folle mai vista”. “Questa legislazione – scrive Siegel sul suo blog – praticamente dice: ci preoccupiamo così tanto della salute dei nostri minori che non possiamo permettere alle sigarette elettroniche di rimanere sul mercato finché non vi sarà una valutazione completa sulla loro sicurezza. Però lasciamo tranquillamente sul mercato le sigarette tradizionali sulla cui sicurezza vi sono ampie valutazioni e che uccidono centinaia di migliaia di americani ogni anno”.

Secondo Siegel, le autorità semplicemente non hanno il coraggio politico di fare quello che davvero proteggerebbe la salute pubblica, cioè proibire le sigarette. E si accontentano di una vittoria facile contro un’industria, quella del vaping, ancora giovane e poco organizzata. Una vittoria, però, che potrebbe costare cara a tanti fumatori e forse persino a quei minori che dicono di voler proteggere e che ora avranno come unica scelta le sigarette tradizionali. “In definitiva – conclude Siegel – si tratta di politica, non di salute pubblica”.

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