L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Philip Morris ammette le potenzialità della sigaretta elettronica

L'Ad Sidoli cita il Regno Unito e il ruolo del vaping come esempio da imitare per combattere il tabagismo.

Eugenio Sidoli, amministratore delegato di Philip Morris Italia, ammette le potenzialità della sigaretta elettronica:  riducono dal 90 al 95 per cento il danno causato dal fumo di tabacco. Motivo delle dichiarazioni: smentire lo studio australiano secondo cui anche i vaporizzatori sarebbero tossici come le sigarette tradizionali. Ribadendo, poi, che anche i riscaldatori, in quanto privi di combustione, sono da considerarsi uno strumento di riduzione del danno.  Sebbene sia già stato smentito da autorevoli scienziati e ricercatori, Sidoli aggiunge anche la voce della più grande multinazionale del tabacco nell’operazione verità contro la disinformazione sui prodotti a rischio ridotto. “Lo studio evidentemente ci sorprende – ha commentato Sidoli ai microfoni di FanPage – perché va piuttosto in controtendenza con studi generati nel corso degli ultimi tre-quattro anni non solo da noi ma anche da istituti pubblici e privati indipendenti che hanno sostenuto tesi diverse. Il tema della scienza è piuttosto complesso. Lo studio australiano indaga un aspetto specifico. Guarda ad uno solo degli elementi di progettualità sulla riduzione del danno causato dai prodotti della combustione. Molti istituti pubblici e privati in giro per il mondo hanno fatto e test e verificato che quello che noi diciamo, e cioè che la ridotta tossicità, è presente nei prodotti riscaldati e nelle sigarette elettroniche. Quello che hanno dimostrato questi studi è talmente vero che il ministero della salute inglese sta facendo campagna perché chi fuma smetta e cominci a utilizzare prodotti come le sigarette elettroniche nel caso in cui non riesca a smettere di fumare o non voglia smettere di fumare. E addirittura nei giorni passati è stato annunciato che il ministero della sanità regalerà sigarette elettroniche a tutti quei fumatori che siano interessati a sostituire la loro abitudine. Se questa non è una posizione molto forte sul tema della ridotta tossicità e del potenziale ridotto danno di questi prodotti io non so quale altra posizione possa essere più credibile“. Successivamente Sidoli ha spiegato che l’attuale missione aziendale è “affrontare un tema gigantesco“: ridurre il danno causato dalle sigarette. “Dato che non crediamo che far smettere tutti di fumare possa avvenire in tempi ragionevoli, l’unica cosa che possiamo fare è ridurre il danno da un’abitudine di consumo che è molto radicata. Ci sono un miliardo e cento milioni di fumatori al mondo. Ci siamo ispirati al mondo del pharma: noi non facciamo un prodotto che è destinato a curare una malattia, noi facciamo un prodotto che è destinato a ridurre la tossicità e il danno alla salute del prodotto che oggi viene consumato che è la sigaretta, uno dei prodotti più dannosi che ci sono al mondo“. Le parole di Sidoli confermano ancora di più il ruolo da protagonista della sigaretta elettronica nell’ambito delle politiche di prevenzione tabagiche. Se da un lato la equipara al riscaldatore per quanto riguarda la riduzione del danno, dall’altro l’ha citata come esempio di buona prevenzione essendo stata adottata dal ministero inglese. Un segnale di sincero avvicinamento o di mera realpolitik detatta dagli eventi? Sarà il tempo a rispondere.

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