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Multe agli attori teatrali con la sigaretta: è pubblicità al tabacco

L'offensiva canadese rischia di creare un pericoloso precedente: secondo la loro interpretazione, fumare sul palcoscenico (anche se per finta) equivale a promuovere l'uso del tabacco.

Un caso che potrà creare un precendente internazionale. Via le sigarette dalle piéces teatrali perché si tratta di pubblicità indiretta dei prodotti del tabacco. Succede in Canada, tanto che da dicembre ad oggi sono state già sanzionate tre compagnie teatrali sorprese con la pistola fumante in mano. Anzi, sarebbe più opportuno dire: con la sigaretta fumante in bocca. A creare il caso e gettare nello scompiglio le direzioni artistiche dei teatri sono state le autorità canadesi che hanno avviato una campagna sanzionatoria nei teatri in cui la sigaretta sale sul palcoscenico.
Michel Nadeau, direttore artistico di uno dei teatri sanzionati, ha annunciato che farà ricorso, auspicando un’azione congiunta di tutte le compagnie teatrli. Una decisione senza senso e non possiamo accettarlo. Non c’è alcuna volontà di promuovere i prodotti del tabacco ma c’è semplicemente una esigenza di messa in scena perché fa parte del personaggio o perché è la rappresentazione di un’epoca. Mettere, ad esempio, in scena un adulterio o una violenza non significa promuoverla“. Christian Robitaille, direttore esecutivo di un altro teatro canadese, aggiunge: “Siamo vittime di una vaghezza normativa. È vietato fumare in teatro, certo, però sul palco vige la libertà artistica. Oltretutto le sigarette sono finte e così come il fumo“.
Se il precedente canadese prenderà piede, dovremo dire addio a personaggi che hanno fatto la storia e che potrebbero scomparire dalle rappresentazioni teatrali. Come si può pensare ad Uno sguardo dal ponte di Arthur Miller o a Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams senza la sigaretta, attrice non protagonista ma indispensabile nel percorso narrativo?

 

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