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Riconvertirsi. Formarsi. Specializzarsi. Sono le parole d’ordine che sino al 2020 guideranno l’azione dei tabaccai francesi. Le politiche di prevenzione al tabacco passano attraverso il vertiginoso aumento del prezzo delle sigarette. Già oggi costano mediamente più di 8 euro a pacchetto; l’obiettivo è arrivare a 10 euro entro il prossimo anno. La federazione dei tabaccai francese non è consolidata e strutturata come la nostrana Fit ma ha un discreto potere contrattuale considerati i 24.500 associati. Il governo francese ha stanziato per il triennio 2018-2020 un fondo di 100 milioni di euro che servirà per accompagnare i tabaccai a trasformare il loro punto vendita in negozio di vicinato specializzato in profotti locali e del territorio. Sfruttare quindi la rete capillare per dare visibilità ai prodotti a chilometro zero. Il presidente della federazione dei tabaccai Philippe Coy, in una recente intervista rilasciata a France Info, ha illustrato il suo punto di vista: “Nessuno è contro la salute pubblica. L’aumento della tassazione non dovrebbe essere l’unico strumento per combattere il fumo: dovrebbero esserci più educazione, più prevenzione. Oggi ci sono 24.500 imprenditori che potrebbero essere preoccupati. Abbiamo lanciato un grande piano di trasformazione, sosteniamo la salute pubblica attraverso il dispositivo del vaping, ma il prezzo non dovrebbe essere l’unico argomento“. Aumentare esponenzialmente il prezzo delle sigarette potrebbe favorire il mercato nero e il contrabbando, soprattutto perché nel resto d’Europa ci sono Paesi in cui il pacchetto viene venduto ad un decimo del prezzo francese. L’auspicio del presidente Coy, dunque, è che il governo possa affiancare alle strategie del costo anche quelle di prevenzione. E le sigarette elettroniche rappresentano il principale strumento per dare attuazione a tali strategie.