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Trump mette a bilancio 100 milioni da tassa di scopo sulla sigaretta elettronica

Contrarie le aziende: "Il governo dovrebbe perseguire politiche per mantenere basse le tasse sulla sigaretta elettronica per incoraggiare così sempre più fumatori adulti a passare a passare ai prodotti a rischio ridotto".

Cento milioni di dollari da destinare alla Food and Drug Administration per campagne di prevenzione al tabacco rivolte ai giovani. È tra le nuove voci dei capitoli di entrata inseriti dal presidente Donald Trump nel bilancio di previsione 2020, definito A budget for a better America. La tassa di scopo colpirà le sigarette elettroniche e i riscaldatori di tabacco in ugual misura. Dal tabacco vero e proprio (sigarette, sigari e trinciato) l’amministrazione prevede invece di incamerare non meno di 800 milioni di dollari. L’intero ricavato che dovrebbe quindi sfiorare il miliardo di dollari sarà destinato alle campagne di prevenzione della Fda sull’uso di tabacco e prodotti alternativi, tra cui la sigaretta elettronica. Il dipartimento della Fda che si occupa di Tobacco Control è interamente finanziato dai proventi delle tasse di scopo ma sino ad oggi non erano ancora stati colpiti i prodotti a rischio ridotto. Trump ha spiegato che la manovra serve per dare ancora più risorse alla Fda così da “contrastare quella che è stata definita una vera e propria epidemia tra i giovani“.
Di parere opposto l’analista specializzata vaping Liz Mair: “Chiamiamola col suo nome, questa è semplicemente una tassa. La strategia dei repubblicani e dei conservatori è definirla di scopo per non ammettere quello che stanno facendo davvero. Il governo, al contrario, dovrebbe perseguire politiche per mantenere basse le tasse sulla sigaretta elettronica per incoraggiare così sempre più fumatori adulti a passare ai prodotti a rischio ridotto“.
È interessante notare come in Italia sino allo scorso governo venivano preventivati a bilancio 115 milioni di euro derivanti dall’imposta di consumo sui liquidi di ricarica per sigarette elettroniche. Un dato che, raffrontato a quello americano, spiega quanto fosse sproporzionata e irrazionale la fiscalità italiana.

 

 

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