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La sigaretta elettronica provoca crisi di governo in India

Al centro della polemica, l'ingresso di Juul nel Paese. Secondo il ministro del commercio con l'estero, "non esiste una base legale per vietare l'importazione di sigarette elettroniche".

I sostenitori di sigarette elettroniche indiani segnano un nuovo punto, almeno momentaneamente, in quella che ormai – fra annunci di divieti, sospensioni degli stessi, appelli e controappelli al primo ministro – può essere descritta come una guerra del vaping che coinvolge istituzioni, autorità locali, giudici, medici, consumatori, rivenditori e produttori. Una battaglia molto accesa, come è comprensibile in un Paese che conta circa 106 milioni di fumatori adulti e dove la promozione o il divieto dei uno strumento di riduzione del danno come l’ecigarette potrebbe portare molte conseguenze non solo di natura sanitaria, ma anche economica.
L’ultimo tassello alla vicenda lo aggiunge l’agenzia di stampa Reuters, che ha visionato in esclusiva un rapporto del Ministero del commercio indiano. Non esistono basi legali – si legge nel documento – per imporre un divieto sulle importazioni di sigarette elettroniche. Farlo significherebbe violare gli impegni multilaterali assunti nell’ambito dall’Organizzazione mondiale per il commercio. Il Paese, continua il documento, deve prima proibire le vendite locali attraverso normative federali in grado di “sostenere il controllo della legge”.
La posizione del Ministero del commercio rischia di creare una crisi all’interno del governo indiano, visto che recentemente il Ministero della salute, in una posizione ufficiale aveva chiesto proprio il divieto delle importazioni di prodotti del vaping. Tutto nasce dal paventato annuncio di Juul Labs di entrare prepotentemente sul mercato indiano. L’idea non è piaciuta al Ministero della salute, che si trincera dietro l’ingiustificato timore che le sigarette elettroniche siano nocive per la salute.
Secondo la Reuters, la distribuzione di Juul dovrebbe avvenire attraverso le catene Domino’s Pizza e Dunkin ‘Donuts. Anche in questo caso a dimostrarlo sarebbe una comunicazione inoltrata da Jubilant, gruppo indiano che gestisce le due catene in franchising, alla multinazionale del vapore. I vertici di Jubilant, interpellati dal ministero della salute, avrebbero spiegato che la sigaretta elettronica è uno strumento che riduce il danno ma soprattutto che fa allontare i fumatori dall’uso di tabacco combusto. A dimostrazione della teoria, avrebbero portato negli uffici della Salute le ricerche condotte nel Regno Unito secondo cui l’ecig riduce del 95 per cento le tossicità della combustione. Il ministero del commercio indiano non pare però voler cedere sul punto. Entrambi i ministri, nel caso in cui a vincere fosse l’altro, hanno paventato la possibilità di rimettere il mandato.

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