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Studio britannico, la sigaretta elettronica non normalizza il fumo fra i minori

Fra i ragazzi tra 13 e 15 anni la percezione positiva del fumo è diminuita più velocemente in seguito alla diffusione del vaping.

Non vi sono prove che la diffusione della sigaretta elettronica stia rinormalizzando il fumo tra i minori. Al contrario, “la percezione positiva del fumo è diminuita più velocemente in seguito alla diffusione dell’e-cigarette, il che suggerisce che l’atteggiamento verso il fumo sia diventato più rigido quando la sigaretta elettronica si sviluppava e non più rilassato, come ci si aspetterebbe che fossimo in presenza di una rinormalizzazione del fumo”. A cercare ancora una volta di sgombrare il campo da una tesi, quella del gateway effect, che non trova fondamento scientifico ma continua ad essere utilizzata dai detrattori del vaping, è un gruppo di ricercatori britannici che ha condotto uno studio trasversale pubblicato sulla rivista scientifica Tobacco Control. Fra gli studiosi, provenienti dalle università di Cardiff, Bristol, Edimburgo, Glasgow e Stirling, spiccano i nomi di Linda Bauld (in foto) e Marcus Munafò, molto attivi nella ricerca sulla sigaretta elettronica.
Per questo studio, sono stati analizzati i dati provenienti da tre diversi sondaggi nazionali (Inghilterra, Scozia e Galles) relativi agli anni fra il 1998 e il 2015, comprendendo cioè gli anni in cui la sigaretta elettronica si è diffusa senza essere ancora soggetta ad alcuna regolamentazione. Il campione preso in esame si compone di 248.324 minori fra i 13 e i 15 anni di età, ai quali veniva chiesto se avevano mai fumato, erano fumatori abituali (almeno una volta alla settimana) e se pensavano che fumare fosse un comportamento accettabile.
L’analisi delle risposte dimostra che fra il 1998 e il 2015 la percentuale dei minori che aveva mai provato a fumare era crollata dal 60 al 19 per cento, mentre quella dei fumatori abituali era passata dal 19 al 5 per cento. Anche la percezione del fumo era cambiata nettamente: gli intervistati che ritenevano che fosse accettabile provare il tabacco erano passati dal 70 per cento del 1999 al 27 del 2015 e quelli che ammettevano il fumo regolare erano il 36 per cento nel 2003 e il 14 per cento nel 2014.
E, sebbene si tratti di uno studio osservazionale che non stabilisce le cause di quanto riporta, i ricercatori sono sicuri di poter escludere che la diffusione della sigaretta elettronica stia portando ad una rinormalizzazione del fumo fra i giovanissimi, rendendolo nuovamente un comportamento socialmente accettabile. E queste conclusioni combaciano con quelle del recente rapporto di Public Health England sul vaping che riportava come non vi fosse nemmeno un’emergenza vaping fra i minori. In questa fascia d’età, infatti, l’uso regolare della sigaretta elettronica è limitato ad un 1,7 per cento, composto quasi integralmente da già fumatori. Basteranno questi numeri a convincere chi si oppone alla sigaretta elettronica, in nome di un supposto pericolo per le nuove generazioni?

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