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Emergenza fumo tra i minori, sette tabaccai su 10 non rifiutano la vendita

L’accesso alla sigaretta elettronica è invece prettamente di comunità: 8 ragazzi su 10 la ottengono da un amico, i rimanenti la acquistano attraverso canali diversi (rivenditore, farmacia, internet).

È troppo facile ancora l’accesso all’acquisto di sigarette tradizionali presso le tabaccherie malgrado l’inasprimento della normativa che prevede il ritiro della licenza del gestore nel caso di vendita a minori: il 20% dei ragazzi riferisce di acquistare le sigarette presso le tabaccherie (nel 2010 erano il 49%); tra coloro che provano a comprare le sigarette presso una tabaccheria, ben il 68% riferisce che nessuno gli ha rifiutato la vendita a causa della minore età.
L’accesso alla sigaretta elettronica è invece prettamente di comunità: 8 ragazzi su 10 la ottengono da un amico, il resto l’ha acquistata attraverso diversi canali (rivenditore, farmacia, internet, ecc). Tra chi tenta l’acquisto presso un rivenditore, il 76% dichiara di non aver ricevuto il rifiuto di vendita per minore età, previsto dalla legge anche per le sigarette elettroniche. Sono i dati che emergono dalla terza indagine della sorveglianza Gyts (Global Youth Tobacco Survey), realizzata in oltre 180 Paesi del mondo e finalizzata al monitoraggio dei comportamenti legati all’uso dei prodotti del tabacco fra gli adolescenti. I dati dell’indagine 2018, coordinata dall’Iss, sono stati presentati oggi in un workshop al ministero della Salute. “L’indagine – spiega l’istituto superiore di sanità – ha coinvolto 33 scuole secondarie di primo grado (28 hanno accettato di partecipare, 2 non hanno risposto e 3 hanno rifiutato) e 33 scuole secondarie di secondo grado (30 hanno accettato di partecipare, 1 non ha risposto e 1 ha rifiutato) per un totale di quasi 1700 studenti coinvolti“.
I prodotti da fumo più utilizzati sono le sigarette di tabacco (1 su 5 le fuma quotidianamente) e le sigarette elettroniche (18%), che si pongono assolutamente in linea con la sigaretta tradizionale (diversamente da quello che succede negli adulti). Le ragazze sono fumatrici abituali di sigaretta tradizionale nel 24% dei casi contro il 16% dei coetanei maschi, mentre per quanto riguarda la sigaretta elettronica sono i ragazzi ad usarla abitualmente di più rispetto alle ragazze 22% vs 13% (differenza statisticamente significativa). L’andamento temporale indica una leggera flessione sia per i fumatori abituali che per gli occasionali di sigaretta tradizionale. Tuttavia, per confermare questa diminuzione è necessario attendere le osservazioni future. Riguardo la sigaretta elettronica, invece, i dati mostrano in soli 4 anni che la sua diffusione è diventata paragonabile a quella della sigaretta tradizionale: i fumatori abituali sono più che raddoppiati (attestandosi ora al 18%) mentre i consumatori occasionali risultano aumentati del 60% (ora sono il 44%). Importante il monitoraggio dell’uso dei nuovi prodotti a tabacco riscaldato, di nuovo ingresso nel mercato italiano e che, in altri Paesi (per esempio il Giappone), sembra stiano avendo un successo maggiore delle sigarette elettroniche. Riguardo questi per ora si registrano prevalenze di uso abituale pari al 2% e di uso occasionale pari al 4%“.
Preoccupante la riduzione della quota di chi riferisce di aver visto o sentito messaggi contro il fumo sui media, passato dal 92% del 2010 al 51% del 2018 e durante gli eventi sportivi o musicali (dal 62% del 2010 al 33% del 2018).
Molto alto risulta il ricordo della presenza di scene di fumo in TV e nei film (92% nel 2018), che non sono oggetto di alcuna normativa. In riduzione ma non trascurabile la quota di ragazzi che dichiara di aver visto pubblicità dei brand del fumo nei negozi (dal 26% del 2014 e al 18% del 2018) e ancora di più in eventi sportivi (dal 63% del 2010 e al 26% del 2018), materia oggetto di regolamentazione. Nel confronto dei dati 2014 e 2018 non si registra un effetto dell’inserimento sui pacchetti di sigarette o di trinciati delle avvertenze combinate (immagini esplicite dei danni del fumo + testo + telefono verde Iss), imposto nel 2016 dal recepimento dell’ultima direttiva europea: nel 2014 l’87% dei ragazzi dichiara di averle notate contro l’81% del 2018; sia nel 2014 che nel 2018 solo 1 su 3 ha pensato di smettere dopo aver visto le avvertenze e poco più della metà dei non fumatori hanno dichiarato di aver pensato di non iniziare a fumare. Questi risultati – conclude il report – sono in linea con altre indagini che dimostrano che l’attenzione ai pittogrammi subisce un incremento temporaneo in concomitanza all’ingresso sul mercato dei nuovi pacchetti“.

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