Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

La Giordania emette fatwa contro la sigaretta elettronica

Mentre il giudice islamico giordano ne ha vietato l'uso, il Ministero della salute valuta se consentire l'ingresso delle e-cig.

Il dipartimento Iftaa’, l’organo responsabile dei responsi giuridici islamici del Regno hascemita di Giordania, ha emesso una fatwa contro l’uso della sigaretta elettronica e dello shisha elettronico. La fatwa, è bene ricordare, è una risposta data da un esperto di legge coranica a un quesito sottoposto in forma anonima, riguardante praticamente qualunque aspetto della vita individuale, delle norme sociali e religiose, della guerra e della politica del mondo islamico. La fatwa è vincolante solo in alcuni limitati casi, altrimenti è una sorta di parere pro-veritate, senza obbligatorietà di applicazione.
Per quanto possa sembrare strano, il dipartimento Iftaa’ giordano si avvale delle moderne tecnologie ed è dunque al sito internet ufficiale che è giunta la domanda riguardante “la regola sull’uso delle sigarette e dei narghilè elettronici”. La risposta è contenuta nella fatwa numero 3436 che, dopo le rituali lodi ad Allah, entra nello specifico del quesito. Nonostante molte aziende oggi promuovano gli strumenti elettronici come alternativa a quelli tradizionali, spiega, “essi contengono sostanze velenose che distruggono la salute delle persone”. Ed è lo stesso Allah a fornire una risposta, “perché ordina loro ciò che è giusto e proibisce ciò che è male. E non c’è dubbio – chiosa la fatwa – che qualsiasi cosa danneggi la salute di una persona è puro male”.
Oltre al sacro, però, la risposta prende in considerazione anche il profano, ricordando che il Ministero della salute giordano ha chiarito che gli strumenti elettronici contengono le stesse “sostanze velenose” di quelli tradizionali e che l’Organizzazione mondiale di sanità nega che aiutino a smettere di fumare. Infine, aggiunge il giudice, la sharia islamica esorta i musulmani responsabili a salvare le proprie anime e i propri beni. “Pertanto – conclude la fatwa – l’uso della sigaretta e del narghilè elettronico è vietato al fine di risparmiare denaro ed evitare possibili rischi per la salute”.
Il quotidiano Roya News, però, riporta che proprio ieri il vice segretario generale per gli affari tecnici e sanitari del Ministero della salute giordano, Adnan Ishaq, ha dichiarato che il suo dicastero sta valutando di permettere l’ingresso delle sigarette elettroniche nel Regno, vietate in Giordania dal 2009. Come detto, quello dell’Iftaa’ non è un parere vincolante.

Articoli correlati