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Il livello dei radicali liberi misurato nel vapore delle sigarette elettroniche raggiunge l’1 per cento di quello osservato nel fumo di sigarette di tabacco. A stabilirlo è uno studio di Mikhail Shein e Gunnar Jeschke del Politecnico generale di Zurigo, pubblicato su Chemical Research in Toxicology e intitolato “Comparison of free radical levels in the aerosol from conventional cigarettes, electornic cigarettes, and heat-not-burn tobacco products”. I due studiosi sottolineano come molte ricerche abbiamo appurato che i prodotti del vaping e i riscaldatori di tabacco, rispetto alle sigarette tradizionali, contengono livelli più bassi di quasi tutti i composti della lista dei costituenti dannosi e potenzialmente dannosi presenti nei prodotti del tabacco e nel fumo.
Nessuno però, finora, aveva messo a confronto nelle emissioni dei due prodotti la presenza di radicali liberi, che pure rappresentano un potenziale rischio per la salute. In particolare, sono fra i principali responsabili dello stress ossidativo, concausa di patologie come il cancro, l’invecchiamento cellulare e malattie degenerative. Shein e Jeschke hanno dunque deciso di misurare la quantità e il tipo di radicali liberi nell’areosol delle sigarette tradizionali, di due tipi di sigarette elettroniche e di un riscaldatore di tabacco. L’aerosol è stato generato da una smoking machine, mentre i radicali liberi e l’ossido di azoto sono stati separati e quantificati mediante spettroscopia di risonanza paramagnetica elettronica.
Come detto, tanto la sigaretta elettronica quanto il riscaldatore di tabacco, producevano livelli di radicali liberi non superiori all’1% di quelli prodotti dalla sigaretta tradizionale. Il livello di ossido di azoto nell’aerosol dell’e-cigarette, invece, era al di sotto della soglia di rilevamento, mentre quello del riscaldatore raggiungeva circa il 7% rispetto alla sigaretta tradizionale. Insomma, questo studio dimostra che anche su questo fronte la sigaretta elettronica riduce drasticamente il danno del fumo.