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“Posso vendere una sigaretta elettronica senza istruzioni in italiano?”

Sono sempre più numerose le richieste di chiarimenti che giungono in redazione. Vediamo cosa dice il codice del consumo.

Le sigarette elettroniche, le box, gli atomizzatori e tutti gli accessori del vaping sono articoli in libera vendita e di largo consumo. Mentre i liquidi e le ecig in kit devono sottostare alla Direttiva europea sui tabacchi, tutti gli altri prodotti sono esentati. Questo però non significa che non abbiamo regole e norme da rispettare. La legge principale è il Codice del consumo, secondo le ultime modifiche introdotte nel 2016. Per rispondere alla domanda iniziale  è dunque sufficiente soffermarsi su alcuni articoli del Codice da cui si evince che tutti i prodotti in commercio in Italiano devono avere in etichetta alcune informazioni obbligatorie scritte in italiano. Prima di tutto l’articolo 6 che, testualmente, recita: “I prodotti o le confezioni dei prodotti destinati al consumatore, commercializzati sul territorio nazionale, riportano, chiaramente visibili e leggibili, almeno le indicazioni relative:
a) alla denominazione legale o merceologica del prodotto;
b) al nome o ragione sociale o marchio e alla sede legale del produttore o di un importatore stabilito nell’Unione europea;
c) al Paese di origine se situato fuori dell’Unione europea;
d) all’eventuale presenza di materiali o sostanze che possono arrecare danno all’uomo, alle cose o all’ambiente
e) ai materiali impiegati ed ai metodi di lavorazione ove questi siano determinanti per la qualità o le caratteristiche merceologiche del prodotto
f) alle istruzioni, alle eventuali precauzioni e alla destinazione d’uso, ove utili ai fini di fruizione e sicurezza”. Però, l’articolo successivo, il numero 7, precisa anche che le istruzioni “possono essere riportate, anziché sulle confezioni o sulle etichette dei prodotti, su altra documentazione illustrativa che viene fornita in accompagnamento dei prodotti stessi”.
Continuando nella lettura, viene specificato in quali lingue deve essere scritto il manuale di istruzioni. Per l’esattezza, è l’articolo 9 che, non a caso, riguarda le “indicazioni in lingua italiana“.
1. Tutte le informazioni destinate ai consumatori e agli utenti devono essere rese almeno in lingua italiana.
2. Qualora le indicazioni di cui al presente titolo siano apposte in più lingue, le medesime sono apposte anche in lingua italiana e con caratteri di visibilità e leggibilità non inferiori a quelli usati per le altre lingue.
3. Sono consentite indicazioni che utilizzino espressioni non in lingua italiana divenute di uso comune“.
Come se non bastasse, l’articolo 11 del Codice del consumo ribadisce che “è vietato il commercio sul territorio nazionale di qualsiasi prodotto o confezione di prodotto che non riporti, in forme chiaramente visibili e leggibili, le indicazioni di cui agli articoli 6, 7 e 9 del presente capo. Chi non ottempera a questi obblighi è soggetto a sanzione“. E, a proposito di sanzioni, è l’articolo 12 a fare chiarezza: “I contravventori al divieto di cui all’articolo 11 si applica una sanzione amministrativa da 516 euro a 25.823 euro. La misura della sanzione è determinata, in ogni singolo caso, facendo riferimento al prezzo di listino di ciascun prodotto ed al numero delle unità poste in vendita”.
In sostanza, per rispondere alla domanda iniziale: no, non è possibile vendere ai consumatori prodotti del vaping senza il libretto di istruzioni scritto in italiano. I liquidi da inalazione, oltre a queste, devono anche avere le avvertenze di sicurezza previste dalla norma che regolamenta i tabacchi, tra cui numero di telefono del centro antiveleni e la presenza di nicotina.

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