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Aromi dannosi? Lo studio non tiene conto dei principi della fisiologia umana

La ricerca lontana dall'uso dei prodotti del vaping, mima di fatto una iniezione in vena di liquidi per sigaretta elettronica.

Sta facendo molto rumore la pubblicazione sul Journal of the American College of Cardiology (di un nuovo studio condotto da ricercatori della School of Medicine della Stanford University. In base a questa ricerca, gli aromi nei liquidi per sigarette elettroniche, in particolare la cannella e il mentolo, danneggerebbero le cellule dell’endotelio che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. In pratica, sarebbero tossici per il cuore, avendo proprietà ossidative e infiammatorie. Dopo aver riportato le osservazioni del cardiologo greco Konstantinos Farsalinos, abbiamo chiesto un commento allo studio anche a Massimo Caruso, docente di patologia e immunopatologia presso il Dipartimento di medicina clinica e sperimentale dell’Università di Catania.

Il lavoro condotto da studiosi della Stanford University School of Medicine, è senza ombra di dubbio un bel lavoro ma, come spesso capita, condotto in maniera del tutto avulsa dalla realtà dell’utilizzo di prodotti come la sigaretta elettronica, e soprattutto senza tenere conto dei principi basilari di fisiologia umana e farmacologia.
Difatti, come già capitato in un recente lavoro commentato dal nostro gruppo sugli effetti dei “flavors” sulla salute umana, il lavoro testa gli effetti dei liquidi sulle cellule (modello cellulare che, peraltro, potrebbe essere oggetto di più ampie discussioni…) di endotelio umano, mimando dunque una iniezione in vena dei liquidi per sigaretta elettronica. Dunque niente a che vedere con l’utilizzo dei liquidi tramite e-cig che prevede la vaporizzazione dei liquidi (dunque una certa degradazione termica con perdita di flavors), una ulteriore riduzione ad opera dei tessuti che costituiscono l’albero respiratorio, che trattengono inevitabilmente una parte dei flavours e nicotina contenute nel “vapore” respirato dalla e-cig, un’altra riduzione dovuta all’attraversamento della barriera alveolo-endoteliale (sì, perché i nostri alveoli fanno anche da filtri di sostanze estranee dall’ambiente), ed infine l’arrivo al sangue e dunque alla faccia prima basale e poi apicale delle cellule endoteliali, e dunque anche al contatto con i monoliti, che sono cellule circolanti nel sangue e che sono quelli che si trasformano in macrofagi.
Detto tutto ciò (già siamo lontani anni-luce dalle condizioni sperimentali dello studio in questione), gli autori concludono che tra i principali sospettati di essere causa di questo terribile danno indotto dalle e-cig alle cellule endoteliali siano due flavours come mentolo e cinnamaldeide. Come già argomentato precedentemente in un mio recente lavoro pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, la cinnamaldeide viene ossidata molto rapidamente all’acido cinnamico nel sangue (parliamo di minuti) sia nel ratto che nell’uomo (dunque non resta nel sangue per 48 ore ai livelli iniziali). Dunque il lavoro svolto dai ricercatori della Stanford University non ha alcuna ricaduta clinica e non potrebbe assolutamente giungere alle conclusioni che i ricercatori riportano per l’utilizzo di sigaretta elettronica. Ma hanno un significato che si potrebbe tradurre in: Attenzione! Evitare di assumere per via intravenosa i liquidi per sigaretta elettronica!