Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

European Respiratory Society boccia senza appello la riduzione del danno

L'Ers ripropone una posizione intransigente, figlia di una battaglia ideologica che si combatte sulla pelle dei fumatori.

Una presa di posizione netta contro gli strumenti che riducono il danno da fumo quella che emerge dalla dichiarazione pubblicata ieri dalla Commissione per il controllo del tabacco della European Respiratory Society, organizzazione fondata nel 1990 che raccoglie professionisti della medicina respiratoria. La società sostiene che le strategie di riduzione del danno del tabacco che supportano l’uso di prodotti alternativi per la cessazione del fumo non sono efficaci e si basano su presupposti errati e affermazioni non documentate. Dunque, argomenta Ers nel documento, la riduzione del danno da tabacco non dovrebbe essere utilizzata come strategia su vasta scala.
Le strategie per la riduzione del danno al tabacco – commenta la danese Charlotta Pisinger, presidente della Commissione per il controllo del tabacco e docente presso l’Università di Copenhagen – si basano su ipotesi errate secondo cui i fumatori non possono o non vogliono smettere di fumare, ma in realtà, la maggior parte dei fumatori vuole smettere e non ama essere dipendente dalla nicotina. Per la maggior parte i nuovi prodotti, compresi il tabacco riscaldato e le sigarette elettroniche, sono dispositivi di inalazione di nicotina e pertanto non aiutano i fumatori a sconfiggere la loro dipendenza dalla nicotina”. Il che è vero, anche se ogni vaper potrà testimoniare come nel corso degli anni il consumo di nicotina sia andato riducendosi. Ma è vero anche che lo stesso si può dire per altri strumenti, come i cerotti e le gomme alla nicotina, che sono invece consigliati e venduti da anni come semplici prodotti da banco, accessibili a chiunque.
Il problema, dunque, è forse da riscontrarsi in un altro passaggio della dichiarazione della società. Quando, dopo aver negato che vi siano prove che le sigarette elettroniche e i riscaldatori di tabacco siano più efficaci dei farmaci per smettere di fumare o delle terapie sostitutive della nicotina (eppure di studi ve ne sono a iosa) e aver asserito che “l’e-cig e l’uso del dispositivo del tabacco riscaldato minano i tentativi di cessazione al di fuori di un contesto clinico”, l’Ers mette in guardia. I prodotti a rischio ridotto, spiegano, sono in gran parte prodotti dalle aziende del tabacco nel tentativo subdolo di rifarsi una reputazione e sedersi al tavolo dei buoni. Chiunque abbia seguito la storia del settore del vaping sa quanto questa ricostruzione sia parziale e quanto il mondo del tabacco si sia in realtà adeguato ad una spinta che veniva dal suo esterno. Ma non è questo il punto.
Sebbene compaia qua e là nel documento il riconoscimento che i prodotti a rischio ridotto fanno meno male del fumo di tabacco, si sottolinea più volte che non sono innocui, cosa francamente mai sostenuta da nessuno, tanto è vero che si parla di riduzione del danno, non di annullamento. In conclusione, Ers ammonisce che i polmoni sono fatti “per respirare aria pura” e non “livelli ridotti di sostanze tossiche e cancerogene”, il che sarebbe bellissimo ma ormai impossibile probabilmente anche per gli abitanti delle foreste pluviali.
E quando il documento si conclude con l’affermazione che l’Ers “non può raccomandare la riduzione del danno”, ci sembra di trovarci di nuovo di fronte alla solita, stantia battaglia ideologica. La scelta è morire di fumo o astenersi da tutto, una visione in bianco o nero. E soprattutto, se proprio bisogna usare un aiuto, questo dovrebbe provenire esclusivamente dai laboratori delle case farmaceutiche (che, ricordiamo, non sono degli enti benefici ma delle aziende orientate al business, come tutte le altre). La cosa più triste, però, è che questa battaglia viene combattuta sulla pelle di milioni di fumatori.

Articoli correlati