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L’azienda californiana Juul Labs, sbarcata in Europa nello scorso anno e in Italia a gennaio, chiederà all’Europa di innalzare i limiti alla concentrazione di nicotina previsti dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco. Lo ha dichiarato il responsabile per l’Europa e il Mediterraneo Grant Winterton, a margine della conferenza del lancio della sigaretta elettronica Juul in Irlanda.
Diffusissima negli Stati Uniti, dove detiene la maggiore fetta del mercato, la pod-mod Juul al momento non sta replicando in Europa il successo americano. Evidentemente i vertici aziendali ritengono che questo sia dovuto alle leggi europee, che impongono ai liquidi da inalazione un limite massimo di 20 mg/ml di nicotina. Un tetto, secondo l’azienda, che diminuisce l’efficacia dell’ecig come strumento alternativo alla sigaretta per i forti fumatori. Negli Stati Uniti, invece, le pod di Juul sono commercializzate con nicotina pari anche a 50 mg/ml.
“Presenteremo la nostra posizione, spiegando che riteniamo che questo limite vada innalzato”, ha dichiarato Winterton all’agenzia di stampa Reuters, avendo probabilmente in vista la revisione della Tpd prevista per il 2021. Ma, come ha aggiunto lo stesso Winterton, “al momento c’è una forte resistenza su questo tema”. A fronte delle posizioni espresse finora dalla Commissione europea sulla sigaretta elettronica, sarebbe infatti ben strano che una richiesta del genere potesse trovare ascolto a Bruxelles. Ma probabilmente l’azienda ha deciso di sondare il terreno, sperando che il prossimo Commissario per la salute (che si insedierà il prossimo autunno) abbia posizioni sul vaping meno rigide di Vytenis Andriukaitis.
Nel frattempo Juul Labs continua la sua politica di espansione globale. Nel corso di quest’anno, ha dichiarato Winterton, continuerà a entrare nei mercati dei Paesi europei ed in alcuni di quelli asiatici, mentre nel 2020 e nel 2021 si concentrerà sull’area del Medio Oriente e l’ Africa.