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Per una volta anche noi abbiamo ceduto alla tentazione di scrivere un titolo acchiappaclick. E scusateci per questo espediente. Chiediamo a chi è davvero interessato alle sorti del vaping di andare avanti con la lettura.
Domani, 31 maggio, è la Giornata mondiale senza tabacco. In tutto il mondo vengono organizzati convegni e approfondimenti. Il Ministero della salute diffonderà i dati sul numero di fumatori e di consumatori di sigarette elettroniche. Ma allo stesso tempo, ne abbiamo certezza, verrà lanciato il solito allarme: la sigaretta elettronica spinge i giovani al fumo. A cui verrà aggunto: non esistono prove scientifiche a sostegno della riduzione del danno. Niente di più falso, come sappiamo. Ma purtroppo la linea dell’Organizzazione mondiale di sanità è chiara: non si accettano via di mezzo. Chiunque abbia una dipendenza è considerato un paziente che deve essere curato. E Big Pharma si frega le mani.
Ecco perché, mai come in questo momento è importante alzare il livello del dibattito. Amplificare la ricerca scientifica a favore della sigaretta elettroniche. Nella sezione salute del nostro giornale si possono trovare oltre 2mila ricerche che dimostrano l’efficacia della sigaretta elettronica per smettere di fumare. E oltre duecento smentite ad altrettante ricerche allarmistiche. Sarebbe sufficiente condividerle anche casualmente per ottenere sin da subito un ottimo risultato in termini di immagine e comunicazione pubblica.
Seconda cosa: è altrettanto importante firmare la petizione Vaping is not tobacco. Se entro il 20 febbraio 2020 saranno raggiunte a livello europeo 1 milione di firme, il comitato promotore sarà chiamato in Parlamento per riferire sulla proposta di legge: far uscire la sigaretta elettronica dalla direttiva sul tabacco e redigere nuove regole ad hoc per il vaping. La petizione è una cosa seria, tant’è che occorre inserire gli estremi del proprio documento di identità. Né più, né meno di quando si va a votare, proprio perché occorre dimostrare che le firme sono reali.
La sigaretta elettronica sta vivendo un periodo di ripresa commerciale. Affinché non sia un fuoco di paglia è fondamentale alzare il livello della discussione e della partecipazione. La sigaretta elettronica non è un giocattolo. Ma i primi a dimostrarlo dobbiamo essere proprio noi, consumatori e operatori del settore. Con i fatti, non solo con le parole.

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