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Nuova Zelanda, Ministero Salute promuove campagna per sigaretta elettronica

L'obiettivo è spingere i fumatori verso il vaping, scoraggiando al tempo stesso non fumatori e minori dall'avvicinarsi all'e-cig.

La sigaretta elettronica sarà ufficialmente consigliata dal governo neozelandese come strumento per smettere di fumare e promossa dal Ministero della salute come un’alternativa più sicura alle sigarette tradizionali. Come riporta il quotidiano Stuff, infatti, il prossimo agosto partirà una campagna istituzionale per incoraggiare i fumatori a passare al vaping. Nel corso di questo mese, invece, andrà online un sito specifico con informazioni e suggerimenti per passare al vaping.
La campagna sarà indirizzata a tutti i fumatori e in particolare alle donne Maori, fra le quali si registra una prevalenza del fumo del 32,5 per cento, a fronte di una media nazionale del 13,8. Si cercherà di spingere i fumatori verso l’alternativa meno dannosa, scoraggiando al contempo i non fumatori e i minori dall’avvicinarsi allo strumento elettronico.
Cade così in Nuova Zelanda anche l’ultima riserva ad abbracciare la sigaretta elettronica in vista dell’obiettivo di sconfiggere il fumo entro il 2025. Nonostante varie dichiarazioni a favore del vaping di singoli esponenti delle istituzioni sanitarie, il Ministero della salute aveva finora mantenuto una posizione prudente, sostenendo sul suo sito che non vi fossero ancora sufficienti prove scientifiche per consigliare la sigaretta elettronica.
La svolta è stata commentata molto favorevolmente da Ben Youdan, portavoce neozelandese di Ash, Action on smoking and health. “La comunità scientifica giudica che il vaping sia del 95 per cento meno dannoso del fumo”, ha commentato Youden, sottolineando anche come la scelta sia vantaggiosa anche dal punto di vista economico. “Nel corso di un anno – ha spiegato – usando la sigaretta elettronica si spende il 10 per cento di quanto si sarebbe speso fumando”.
Un aspetto importante, soprattutto se l’appello si rivolge alle fasce economicamente più deboli della popolazione. Le autorità, infatti, fanno sapere che al momento lo strumento alternativo non sarà rimborsabile dal servizio sanitario, come invece accade per le gomme e i cerotti alla nicotina. Come in altri Paesi, infatti, nessun produttore o importatore ha scelto di far approvare i suoi prodotti per il vaping come dispositivo medico.

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