Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Nuova Zelanda, ora una legge sulle sigarette elettroniche basata sulla scienza

L'industria di settore chiede di essere consultata per la revisione della legge antifumo e difende aromi e pubblicità.

La decisione del governo neozelandese di abbracciare la sigaretta elettronica come strumento per abbassare il tasso dei fumatori nel Paese rende necessarie anche delle misure legislative adeguate. E l’industria del settore locale non intende restare a guardare. Il Ministro associato della salute Jenny Salesa ha confermato che questo mese andrà online un sito istituzionale con informazioni e suggerimenti sul vaping, mentre ad agosto sarà lanciata una imponente campagna a livello nazionale. Non solo, Salesa ha annunciato che entro l’ultimo quadrimestre dell’anno presenterà una proposta di emendamento allo Smoke-free Environment Act (la legge antifumo, che riguarda anche il vaping), sperando che sia approvata nella prima metà del 2020.
Ed è proprio nella stesura di questo testo legislativo che i rappresentanti dell’industria chiedono di essere consultati, nel timore che alcuni temi possano essere affrontati in maniera emotiva. Vi sono questioni critiche, hanno spiegato i produttori Jonathan Devery e Ben Pryor, che richiedono un approccio basato rigorosamente sulle evidenze scientifiche.
Particolarmente sensibili, secondo i produttori, sono i temi della pubblicità e degli aromi nei liquidi. Su entrambi i produttori vogliono chiaramente evitare che si impongano dei divieti e, ricerche scientifiche alla mano, sottolineano come sarebbe errata una scelta proibizionista. Molti sono gli studi che hanno rivelato come la varietà degli aromi sia una componente essenziale per l’efficacia della sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare. Sulla pubblicità e le vendite i produttori chiedono un regime con alcune limitazioni (come accade per l’alcool) ma ritengono controproducente un divieto totale del marketing.
Nei prossimi mesi, quando si elaborerà un quadro normativo per il vaping – hanno concluso Devery e Pryor –chiediamo al Ministero e al governo  di  continuare a prendere decisioni basate sulle evidenze scientifiche, senza cedere all’emotività”.

Articoli correlati